Attentato Berlino: l’Italia aveva segnalato Anis Amri
Attentato Berlino: l’Italia aveva segnalato Anis Amri
Aveva passato 4 anni in carcere tra Catania, Enna e Palermo, Anis Amri, l’autore della strage di Berlino. Uscito di galera nel 2015, si è allontanato dal paese, indisturbato. Arrivato nel 2011 a Lampedusa, Amri, insieme ad altri migranti, aveva appiccato il fuoco alla struttura dove attendeva il trasferimento in continente. L’attenzione delle autorità italiane sul suo caso si è riaccesa l’estate scorsa. A testimoniarlo una nota delle Questura di Catania del 21 giugno 2016 redatta per informare il ministero dell’Interno sulla vicenda carceraria del giovane tunisino.
Attentato Berlino: l’Italia aveva segnalato Anis Amri
“Leader dei giovani islamici” in carcere e, ancora prima, nella comunità di Belpasso, provincia di Catania, dove dimorava appena giunto in Italia, scrive la Questura. “Rispettoso dei precetti religiosi” ma non ancora sospettato di simpatie terroristiche, si legge nella stessa nota. Diversamente, in un’altra nota, questa volta della Direzione dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Amri viene inquadrato come “soggetto pericoloso”, “trasferito per motivi di comprovata sicurezza”. Proprio questo documento verrà inviato alla Comitato strategico antiterrorismo per segnalare, a carico sempre di Amri, “episodi in cui manifestava forme di radicalizzazione e adesione ideale al terrorismo di matrice islamica” (una volta minacciò un detenuto cristiano dicendogli “ti taglio la testa”). I servizi segreti italiani, allora, passarono la cartella al Sis, l’agenzia di intelligence dell’Area Schengen. Nonostante l’avvertimento, Anis Amri uscì ben presto dai radar della sicurezza europea.