Dialogo M5S-Pd, senatori Morra e Buccarella approvano l’apertura
Nicola Morra, come altri esponenti del Movimento, commenta l’apertura al dialogo M5S-Pd. Così il senatore Nicola Morra“Noi restiamo dell’ idea che il Parlamento non debba essere svuotato. Ora chiediamo di parlare col premier perchè l’esecutivo sta assumendo anche iniziative di legge che tradizionalmente erano appannaggio del Parlamento. E poi perché Renzi ha avuto un enorme consenso alle ultime elezioni, e noi i cittadini li ascoltiamo davvero, anche se dicono qualcosa che non ci piace”. “Io per indole intellettuale – continua Morra – mi confronto sempre con tutti, e l’avrei fatto anche con Renzi. Ma per confrontarsi è importante la qualità delle proposte, e la credibilità di chi le fa. E Renzi, ai nostri occhi, era uno che promette e non mantiene. “Adesso è l’unica strada – aggiunge, – perché un governo così esuberante e dinamico, che fa tutto lui, ci obbliga a parlare con chi presiede questo governo”. “Noi siamo sempre stati propositivi! – afferma – Solo che le nostre proposte, e potrei fare mille esempi, sulla Costituzione, le carceri, la corruzione – mi fa piacere, tra parentesi, che col ministro Orlando l’incontro sia stato positivo – non venivano quasi mai raccontate”
Dialogo M5S-Pd, Buccarella: “Renzi ci sbeffeggiava, dicendo che il Movimento cinque stelle non avanza proposte. Ecco, ora le mettiamo a disposizione del dibattito”. Così il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato Maurizio Buccarella commenta l’apertura nei confronti del governo. “Prima non avevamo una nostra legge elettorale. Abbiamo fatto una consultazione on line”, spiega. Nel post di Grillo e Casaleggio, ammette, “c’è sicuramente il riconoscimento del risultato. È un passo di maturità politica. Noi Renzi l’ abbiamo attaccato e continueremo a farlo, ma non possiamo che prendere atto del 41% delle Europee”.”Cambia l’ottica – aggiunge. – E poi c’è il fatto che, a torto o a ragione, ci hanno descritto come quelli dei voti congelati. Ecco come nasce la nostra proposta». Per Buccarella, il premier dovrebbe dire addio all’Italicum, che è «già morente”, “lo è politicamente e nel dibattito in commissione. Berlusconi non lo vuole”.
Quella del Movimento, ribadisce, non è comunque una “professione di fede in Renzi” ma “la proposta di un sistema elettorale. Avremmo fatto lo stesso con Berlusconi, eppure diciamo che è pregiudicato e abbiamo sostenuto mille volte che lo vorremmo buttare nell’inferno politico”. Gli espulsi? Non lo sono stati “perché dicevano di voler dialogare, ma perché da parte di alcuni c’era la messa in discussione di Grillo e Casaleggio”.