I libri di politica del 2016 consigliati da Termometro Politico

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I libri di politica del 2016 consigliati da Termometro Politico

La politica non sta solo in televisione ma anche nelle librerie. I drogati di politica lo sanno e i mezzi di informazione ne danno grande risalto. Scrivere di politica non è mai facile. Si rischia di venir etichettati. C’è chi raccontando i dietro le quinte dei Palazzi del potere ha fatto una fortuna o chi, come Bruno Vespa, i personaggi politici che detengono il potere li intervista anno dopo anno fornendo ai giornalisti e ai retroscenisti materiale importante da lavorare.

Il 2016 è stato un anno ricco per la letteratura politica. E il 2017 non sembra essere da meno visto che dal ritiro di Pontassieve, l’ex premier Matteo Renzi sta ultimando il suo libro che racconta i mille giorni del suo governo (ma non solo). Ma quali sono i libri politici cult di quest’anno che sta per finire? Termometro Politico ne ha scelti alcuni per voi.

A testa in su. Investire in felicità per non essere sudditi

Partecipare alla vita politica nell’interesse della collettività. Alessandro Di Battista, il volto più noto del Movimento 5 Stelle, si racconta e racconta perché ha deciso di scendere nell’arena politica. “La politica è passione, è comunità, è un investimento nella generazione futura. Il viaggio è un investimento in felicità. Se mi facessero una radiografia al cuore, scoprirebbero che le vene seguono l’itinerario di questo viaggio”.

La repubblica dei brocchi. Il declino della classe dirigente italiana

Il fustigatore della Casta, Sergio Rizzo, torna in libreria con un libro che accusa la classe dirigente italiana. “Eravamo un paese che aveva fame di crescere: adesso siamo la Repubblica dei brocchi”

È normale… lo fanno tutti. Storie dal vivo di affaristi, corrotti e corruttori

Michele Corradino mette alla berlina i corrotti e i corruttori pubblicando conversazioni registrate tratte da inchieste giudiziarie e depositate in tribunale. Per combattere la corruzioni servono armi politiche vere e Corradino le elenca tutte.

La Costituzione e la Bellezza

La Costituzione è entrata nelle case degli italiani con il referendum del 4 dicembre. In questo libro il giurista Ainis con l’aiuto del critico d’arte Sgarbi  racconta uno per uno i dodici principi fondamentali della Carta e i titoli che la compongono. Il tutto accompagnato con le opere d’arte evocate dal testo costituzionale e commentate da Sgarbi.

Un marziano a Roma

Defenestrato dal Campidoglio, l’ex sindaco Marino racconta in questo libro la sua verità. L’arrivo a Roma, le resistenze incontrate, Mafia Capitale, il voltafaccia del Pd. Il chirurgo prestato alla politica non fa sconti a nessuno e fa nomi e cognomi.

Una rivoluzione normale

Non solo Marino. Anche Federico Pizzarotti ha dovuto subire la scomunica da un Movimento di cui ha fatto parte e da cui, a poco a poco, si è allontanato non riconoscendolo più. In questo libro il sindaco di Parma rivendica i suoi risultati e rinnega la linea purista degli ortodossi grillini.

Secondo Matteo. Follia e coraggio per cambiare il paese

Dopo Di Battista, Marino e Pizzarotti poteva mancare il libro scritto da Matteo Salvini insieme ai giornalisti Matteo Pandini e Rodolfo Sala? No e allora ecco qui l’ascesa politica dell’altro Matteo. Dai microfoni di Radio Padania all’Europarlamento fino a conquistare la carica di segretario della Lega.

Mio nonno Aldo Moro

Su Aldo Moro sono stati scritti centinaia di libri. Giornalisti, intellettuali, storici. Tutti hanno raccontato Aldo Moro lo statista, Aldo Moro il politico, Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse. Nessuno ha però mai parlato di Aldo Moro “nonno”. Lo poteva fare solo Luca, il “nipotino adorato”. La foto in copertina ritrae nonno e nipote il 15 marzo 1978. Il giorno precedente al sequestro.

Mio padre era fascista

Anche l’editorialista del Corriere della Sera, Pierluigi Battista, ripercorre il suo passato parlando della figura di suo padre “fascista, prigioniero a Coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei “ragazzi di Salò”. La rottura con il padre e la mancata riconciliazione trovano una catarsi in questo libro. “Quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre. Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell’Italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un’altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine. Per scoprire, alla fine, che gli esseri umani non sono monoliti, figure unidimensionali sulle quali incollare un’etichetta semplificatrice, ma persone vitali e vitalmente piene di contraddizioni. E per capire che i concetti più cari a noi italiani, la “parte giusta” e la “parte sbagliata”, sono molto più friabili e complicati di quanto ci piacerebbe immaginare”.

Solo la luna ci ha visti passare. Il mio viaggio a 14 anni dalla Siria alla libertà

La guerra raccontata dalle parole e dagli occhi di Maxima, ragazzina siriana curda di 14 anni, fuggita dentro il cassone di un camion dalla Siria. Scappata dalle macerie di Aleppo ha percorso la rotta balcanica fino a giungere in Olanda dove ora vive. Maxima racconta il suo viaggio. Un viaggio simile a quello di migliaia di migranti e rifugiati. Una condizione di vita disumana che tendiamo a dimenticare, a non vedere. A rigettare. Maxima lo sa. E così ci dà una lezione di umanità. “Sapevo che in Europa c’era chi non ci voleva. E vorrei dire agli europei che non è colpa loro se avvertono un sentimento di rifiuto per i rifugiati. Tutti quelli che amano il proprio Paese diventerebbero pazzi vedendo i problemi causati dall’arrivo di tante persone in difficoltà. Ma vorrei anche dire che viviamo tutti nello stesso mondo. E suggerire a chi in Europa non ci vuole, di provare a essere più felice per la vita che conduce e di cercare di capire di più gli altri. Perché, se vogliamo vivere in pace, bisogna darsi una mano a vicenda. Non c’è altro modo.”

In questo pamphlet Moni Ovadia denuncia i tanti piccoli Hitler che popolano la società odierna. Per combatterli serve una sola arma, la più importante: la memoria di ciò che è avvenuto in passato.

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