Media israeliani: Netanyahu è indagato per corruzione e frode
Il Procuratore Generale di Israele, Avichai Mendelblit, avrebbe aperto un’indagine penale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che sarebbe sotto inchiesta per una presunta corruzione e frode. A riportarlo è stata, nella serata di ieri, la televisione Channel 10 che però non ha specificato i reati per cui il primo ministro sarebbe indagato. Più preciso invece il Times of Israel che ha rivelato i due reati contestati a Netanyahu, nonostante i mancati riscontri dall’ufficio del Ministro della Giustizia e da quello del primo ministro. Secondo il canale televisivo, Netanyahu sarà interrogato nei prossimi giorni sulle prove raccolte in un’indagine della polizia durata 9 mesi.
Le accuse mosse a Bibi Netanyahu
Sempre secondo il quotidiano israeliano, il procuratore generale ha chiesto agli inquirenti di indagare sui rapporti tra Netanyahu e il finanziere francese Arnaud Mimram da cui, secondo l’accusa, avrebbe accettato una tangente da un milione di euro nel 2009. L’indagine riguarderebbe anche i viaggi all’estero del primo ministro insieme a moglie e figli tra il 2003 e il 2005, quando era Ministro delle Finanze. A inizio dicembre il parlamentare dell’Unione Sionista, Erel Margalit, e l’attivista laburista Eldad Yaniv si erano rivolti all’Alta Corte di Giustizia chiedendo lumi al Procuratore Generale sulla mancata apertura di un’indagine penale nei confronti di Bibi nonostante le “prove schiaccianti”. Secondo Channel 2, di recente la polizia ha ricevuto nuovi documenti e sulla base di questi avrebbe chiesto a Mendelblit di aprire un’indagine penale.
Il passaggio di denaro tra Mimram e Bibi sarebbe stata rivelata dallo stesso imprenditore francese in un processo per frode. A giugno, poi, era stato lo stesso primo ministro israeliano ad ammettere una donazione da 40.000 dollari definendo però l’accusa di Mimram – un contributo elettorale da più di un milione di euro – una “menzogna senza fondamento”.
Per adesso, l’unica risposta del governo è arrivata da una portavoce del Ministero della Giustizia (sotto cui si trova ad operare il Procuratore Generale) che ha detto alla Reuters: “Il Procuratore Generale, la polizia e i magistrati stanno lavorando in stretta collaborazione e un annuncio pubblico sulle indagini sarà fatto a tempo debito”.