Rai, Campo Dall’Orto: io renziano? Mai ricevuta una multa dall’Agcom
“In un anno e mezzo abbiamo gestito due referendum, trivelle e riforma costituzionale, e le amministrative senza una sola multa dell’Agcom”. E’ stato un anno complicato quello di Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai continuamente tirato per la giacchetta dalle forze politiche in occasione delle tre consultazioni elettorali del 2016. E il 2017 non sarà certo più facile, con le elezioni politiche alle porte. “Io devo garantire il pluralismo – continua Dall’Orto in un’intervista pubblicata stamani da Repubblica –. Il Tg1 delle 20 è la trasmissione più vista dell’intero palinsesto. Non potrebbe avere milioni di telespettatori, più del passato, se non fosse ben fatto ed equilibrato”.
Campo Dall’Orto: Politics ha fallito ma la Rai fa informazione
Nella lunga chiacchierata con Goffredo De Marchis, Campo Dall’Orto rivendica anche i risultati della Rai nell’ultimo anno: in particolare, i successi degli show di Mika e di Roberto Bolle ma anche “Stanotte a San Pietro” di Alberto Angela che martedì scorso ha fatto registrare il 25,4% di share (quasi 6 milioni di spettatori). E sull’approfondimento politico, il dg Rai ammette gli errori commessi con il programma Politics, affidato a settembre all’esterno Gianluca Semprini che non andrà più in onda dal 2017. “Politics non è andato. Ha fatto brutti ascolti. Nonostante il grande impegno di tutti non funzionava – ha ammesso Campo Dall’Orto –. Ma questo non vuol dire che non c’è informazione in Rai. Uno dei problemi, quando siamo arrivati, erano i talk gridati, oggi quel tema è scomparso”. Allo stesso tempo, però, la Rai ha portato avanti nuovi esperimenti di “innovazione dei linguaggi per raccontare la società”: ad esempio Nemo, oppure Italia di Santoro o Islam di Gad Lerner.
Infine, i buoni propositi di fine anno per la Rai si concentrano su due grandi artisti: Pif e Virginia Raffaele. “Ho puntato su di loro – ha concluso Campo Dall’Orto – e adesso vorrei che diventassero volti stabili della Rai. Li vogliamo per la fiction, per i film, per l’intrattenimento. Sono due bellissimi esempi della tv che stiamo costruendo”.