Un mondo diverso. I 10 fatti più importanti del 2016
Un mondo diverso: i 10 fatti più importanti del 2016
Ci siamo già soffermati sui fatti più importanti che hanno riguardato l’Italia. Abbiamo anche ricordato gli eminenti personaggi che ci hanno lasciato. Poi, tra un consiglio libresco e l’altro, abbiamo stilato una lista di quelli che ci sono sembrate le personalità più rappresentative dell’anno, con un occhio di riguardo, all’estero (anche se le ricerche su Google riferiscono una situazione un po’ diversa). E ora, rimanendo all’estero, vediamo i fatti accaduti in giro per il mondo. Sembra proprio che il 2016 sia uno di quegli anni che ricorderemo a lungo.
Un mondo diverso: i 10 fatti più importanti del 2016
Vince la Brexit
Forse l’evento che più di tutti gli altri ha segnato il 2016. Il processo di uscita del Regno Unito dall’UE non è ancora formalmente iniziato ma la storica decisione del popolo britannico è destinata a modificare per sempre il futuro dell’Europa unita. Che sia l’inizio di una lenta ma inesorabile dissoluzione?
Trionfa Trump
Il 2016 poteva essere l’anno del primo presidente donna degli Stati Uniti. Alla fine, Hillary Clinton è stata travolta, contro tutte le aspettative, dal candidato repubblicano Donald Trump. Il magnate newyorkese si insedierà definitivamente alla Casa Bianca il 20 gennaio 2017. Solo per questo l’avvenimento può essere considerato (poco) meno importante della Brexit, almeno per l’anno che volge al termine.
Aleppo liberata
La battaglia per Aleppo è iniziata nell’estate 2012. Dopo più di 4 anni, il governo di Damasco ha recentemente affermato di aver ripreso il controllo della città.
Golpe in Turchia
Nella notte tra il 15 e il 16 luglio, una parte delle forze armate turche ha provato a rovesciare il Presidente Recip Erdogan. Fallito il colpo di mano, la Turchia sta affrontando una delle strette autoritarie più dure della sua storia, oltre a una sempre più pericolosa minaccia terroristica.
Attentati di Bruxelles, Orlando, Nizza e Berlino
Giusto il giorno prima del tentato golpe in Turchia, durante i festeggiamenti per l’anniversario della presa della Bastiglia, la Francia è stata messa nuovamente sotto pressione dall’Isis con un terribile attentato a Nizza. Il Califfato uccide 50 persone in un locale gay di Orlando a giugno. Prima, a marzo, gli estremisti aveva colpito Bruxelles. Attaccati in quell’occasione, l’aeroporto della capitale e una stazione della metropolitana. Berlino, in questi giorni, a essere tragicamente colpita.
Disgelo Usa-Cuba
Dopo decenni di “guerra fredda”, Usa e Cuba hanno cominciato a riavvicinarsi. Il 21 marzo 2016, il Presidente americano Obama si è recato in visita sull’isola caraibica. Un evento simile non avveniva dal 1928.
Iran
Dopo un lungo processo negoziale, nel 2015, l’Iran e il gruppo dei 5+1 (consiglio di sicurezza del’Onu più la Germania) avevano raggiunto un accordo sulla limitazione del programma nucleare di Teheran in cambio del ritiro della sanzioni economiche ONU. Il 16 gennaio 2016 è arrivato il via libera alla rimozione dall’AIEA, l’agenzia internazionale per l’energia nucleare che monitora l’implementazione dell’accordo. Con l’elezione di Trump i rapporti Usa-Iran sono condannati a ritornare “fragili”.
Panama Papers
In pratica, la più grande fuga di notizie di tutti i tempi. Oltre 11 milioni di documenti, che coprono un periodo che va dal 1977 al 2015, sugli affari “loschi” dello studio legale Mossack & Fonseca, quarto fornitore di servizi per società offshore a livello mondiale. Coinvolte nello scandalo 214mila società e 14mila clienti circa. Nel dossier presenti i nomi di eminenti personalità tra cui 123 politici di oltre 40 paesi diversi.
Accordo sul clima di Parigi
Il 4 novembre del 2016 è entrato in vigore l’Accordo sul Clima di Parigi per ridurre le emissioni di anidride carbonica e la dipendenza dalle fonti fossili. Pochi giorni dopo, alla Conferenza di Marrakesh, la Cop22, i leader mondiali hanno chiesto al Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump di riprendere in considerazione il suo scetticismo sui cambiamenti climatici. La Cina e gli Stati Uniti – insieme rappresentano il 55% delle emissioni globali di CO2 – hanno ratificato l’accordo il 3 settembre del 2016.
Risoluzione 2334
Nella risoluzione 2334 del 23 dicembre 2016, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affermato che la creazione di insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha alcuna “validità legale”, oltre a costituire un “flagrante violazione” del diritto internazionale. Al testo servivano almeno 14 voti a favore su 15 e nessun veto da parte dei membri permanenti dell’organo. Decisiva la “storica” astensione degli Usa, quindi, visto lo stretto legame con Tel Aviv. Netanyahu ha subito alzato le barricate, nonostante si tratti di un gesto praticamente simbolico. Anche a questo tavolo il “convitato di pietra” è sempre Trump. “Non preoccuparti Israele, il 20 gennaio arriva presto” ha dichiarato sull’argomento il Presidente eletto.