Unione Europea: entra in vigore accordo commerciale con Ecuador
Il Paese delle banane, dei crostacei e del buen marisco incrementa le sue relazioni commerciali con l’Unione Europea. L’Ecuador (attualmente in forte crisi economica, dovuto al crollo del prezzo del petrolio) prova a rilanciare l’export dei suoi prodotti migliori. Il processo di diversificazione del modello produttivo ecuadoreño compie un ulteriore passo in avanti attraverso l’entrata in vigore di questo accordo commerciale con l’Unione. Nella fattispecie, i partner commerciali abbatteranno – gradualmente – i dazi doganali. In primis, sarà l’Unione Europea a ridurli. In questo modo, la gran parte dei prodotti agricoli e della pesca potranno entrare con maggior facilità sul suolo comunitario. Il vantaggio, per gli imprenditori ecuadoregni, sarà notevole (almeno dalle stime previste dai paper elaborati). Ovviamente, anche l’Unione avrà i suoi benefici: la riduzione dei dazi per esportare in Ecuador darà una spinta decisiva per l’esportazione di automobili e liquori. L’accordo è stato implementato in via provvisoria. Adesso, serve la ratifica dei 28 paesi membri per poter rendere l’accordo totalmente efficace, in tutti i suoi aspetti.
Unione Europea e regionalismo aperto neoliberista
Attualmente, l’Ecuador è il 60esimo partner commerciale per l’Unione (in termini di volume d’affari e di import/export). Tuttavia, i margini per incrementare e infittire la collaborazione ci sono tutti. Il paese di Rafael Correa deve diversificare le voci della propria economia. Oltre all’investimento sul turismo (che sta già portando discreti risultati) l’esportazione dell’ agroalimentare è un ulteriore punto centrale della nuova politica economica ecuadoreña. L’Unione, d’altro canto, rafforza la sua presenza nel continente. L’Unione Europea agisce sempre più nella direzione dell’intensificazione delle relazioni commerciali con l’esterno. Il progetto di una Europa autarchica e di un regionalismo chiuso sembra essere definitivamente accantonato. Il pensiero neoliberista ha influito – senza la minima ombra di dubbio – sulle scelte politiche e commerciali perpetrate dall’Unione. Dopo il fallimento del TTIP e la conclusione positiva del CETA (accordo commerciale con il Canada), continua l’espansione del mercato europeo verso il mondo intero.
Ecuador: un accordo di necessità
L’accordo commerciale, entrato in vigore nella giornata di ieri (1 gennaio 2017) si fonda sugli accordi commerciali – già pattuiti e attivi – siglati con Colombia e Perú (dal 2013). Rafael Correa si dimostrò, in un principio, contrario alla piena apertura al mercato europeo. La situazione economica era, tra l’altro, ben differente. La Repubblica ecuadoreña si beneficiava degli alti prezzi del petrolio e del processo di nazionalizzazione delle compagnie petrolifere. La congiuntura economica risultó decisiva (in quanto il petrolio pesa per oltre il 60% sulle esportazioni totali). La caduta del greggio e lo sviluppo di un modello produttivo alternativo ha fatto cambiare idea al presidente Correa, che ha accettato di aprire le porte dell’Ecuador al vecchio continente.
QUI il testo integrale dell’accordo (lingua inglese)
Alessandro Faggiano
Twitter: @AlessFaggiano