E se oltre a dire si cominciasse a fare? L appello di Libertà e Giustizia -Dissociarsi riconciliarsi. Dipende da noi-
Ma è sufficiente?
Martedì, Nanni Moretti, nell’intervista rilasciata a la Repubblica, parla, tra le altre cose dell’esperienza dei “Girotondi”: “Dieci anni fa iniziammo il movimento dei ‘girotondi’, con l’idea di rivolgerci a tutti e di presidiare fisicamente dei luoghi che consideravamo sotto la minaccia del Presidente del consiglio. Dal ministero della Pubblica istruzione al Palazzo di giustizia. Però l’intento di rivolgersi a tutti, non solo alle associazioni o allo spontaneismo della sinistra, non riuscì. Non eravamo opinione pubblica, eravamo una parte. Invece negli altri Paesi, penso all’Inghilterra, alla Francia, alla Germania, se le istituzioni vengono offese o attaccate, la reazione è sempre di tutti.”
[ad]Nanni Moretti mette ben in evidenza il limite del movimento dei Girotondi.
Che rischia di essere anche quello di Libertà e Giustizia: parlare unicamente a una fetta dell’opinione pubblica, già informata, già sensibilizzata. E non riuscire (o non volere?) ad andare oltre. Sia nell’allargare il coinvolgimento di fasce più ampie di cittadini, sia nel trasformare il “Dipende da noi” in azione concreta.
E’ evidente che la fase politica attuale appare fortemente confusa e “in movimento”.
Il Partito Democratico, nella sua forma “originale” avrebbe dovuto/potuto rappresentare l’interlocutore privilegiato di movimenti e associazioni.
Non è andata esattamente così. La famigerata “società civile” si è avvicinata/riconosciuta solo in una sua parte molto limitata nel progetto del PD, per come si è andato configurando negli anni. Una “rappresentanza” che si è andata via, via assottigliando, stretta e compressa da chi nella politica (e nei partiti) ci è sempre stato.
Potrebbe essere proprio questo momento di generale ripensamento, un’opportunità per provare a rilanciare.
Per tentare di tradurre il “Dissociarsi, riconciliarsi” in una riconciliazione virtuosa, tra associazioni rappresentative della società civile e il/i partiti, capace di produrre risultati concreti e credibili. Spendibili anche con quei cittadini che, ora come ora, appaiono molto distanti e scarsamente motivati a dare fiducia alla “politica” (cittadini per lo più “assenti” se il dato rilevato in tutti gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, segnala più del 40% degli italiani indecisi od orientati all’astensione).
“Dipende da noi”.