Eurobarometro: ecco dove i cittadini comunitari richiedono maggiori interventi
Stando ai dati raccolti da una delle ultime rilevazioni dell’ eurobarometro, i cittadini comunitari vorrebbero un maggior intervento da parte delle istituzioni europee. La domanda di riferimento era la seguente: le piacerebbe se l’Unione Europea intervenisse più o meno di adesso? Poi, i vari temi. L’argomento che fa tremare di più i cittadini europei è la questione terrorismo. l’Italia si conferma al di sopra della media in praticamente tutti i campi esaminati (terrorismo, disoccupazione, frode fiscale, migrazione, frontiere, democrazia, politica ambientale, sicurezza e difesa, uguaglianza di genere, politica energetica, politica estera, politica estera, politica industriale, agricolutra).
Eurobarometro: per 82% cittadini europei, necessario maggiori interventi contro terrorismo
Stando alle risposte offerte dai cittadini dei 28 Paesi membri, un 82% preferirebbe un incremento delle misure di sicurezza a livello comunitario. Un 10% confermerebbe lo stato attuale mentre appena un 4% si professa in favore di una limitazione dei controlli da parte degli organismi europei. Cipro fa registrare il livello più alto di favorevoli (93%). L’Italia si piazza terza su ventotto Stati, con un 88% di favorevoli. Pesa – e molto – la sovrapposizione con le frontiere dell’Unione e la narrativa sviluppatasi durante gli ultimi anni.
Italiani tendenzialmente favorevoli a incremento azione europea
Ciò che si evince – tra tutte le competenze e ambiti presi in considerazione – è che gli italiani sono favorevoli a una maggior azione politica che parta dall’alto. Specialmente in temi di terrorismo, lotta alla disoccupazione (88%) e migrazione (85%). Parliamo di alcuni dei temi maggiormente sentiti all’interno dei confini nazionali. Risulta interessante la lettura dei dati incrociati, tra posizioni dei partiti al rispetto e risultati dell’eurobarometro.
Politica ambientale, industriale e agricola come elementi della discordia
Le maggiori criticità nascono dai fattori puramente produttivi ed economici dei singoli Stati. Così, possiamo osservare come i cittadini di Danimarca, Austria, Olanda e Germania rifiutino apertamente una profondizzazione – da parte dell’Unione – nella politica industriale. Discorso simile per la questione energetica: in questo caso, la totalità dei paesi del vecchio blocco sovietico (Lituania, Estonia, Polonia, Lettonia e Repubblica Ceca) non vedono di buon occhio un incremento delle competenze europee.
Nota metodologica: la ricerca di campo si è svolta ad aprile 2016. Sono state inquisite 27969 persone che avessero compiuto almeno 15 anni. I sei maggiori paesi dell’UE rappresentano il 70,35% per la sua media. Lo studio è stato pubblicato a settembre 2016.
QUI potete trovare l’infografica completa (versione italiana)