In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex calciatore Paolo Di Canio si è detto pentito per il saluto romano che fece sotto la curva Nord della Lazio durante il derby del 6 gennaio 2005.
“Quello è un ambito sportivo, è stupido fare un gesto politico che magari può essere condiviso da alcuni spettatori e amareggiarne molti altri. Non avrei mai dovuto farlo. Lo sport deve restare fuori da certe cose” ha detto Di Canio che ha voluto precisare anche altre cose. “Ho sempre spiegato come la penso, non è un mistero. Ma se mi chiede delle leggi razziali, dell’antisemitismo, dell’appoggio al nazismo, quelle sono cose che mi fanno ribrezzo”.
Feltri contro Di Canio
Le scuse di Di Canio non sono però piaciute a Vittorio Feltri che su Libero ha scritto un editoriale intitolato “Meglio fascista che ipocrita” nel quale critica l’inversione a U dell’ex calciatore.
Quando un uomo prende una posizione scomoda deve essere consapevole di mettersi alla berlina e, se possibile, deve goderne senza tradirsi, senza chiedere scusa, senza auto flagellarsi.
Caro Di Canio, lei non ha fatto niente di male, è stato sincero e coraggioso, perché invece di continuare la marcia su Roma fa marcia indietro? La prego, mandi al diavolo i suoi detrattori e seguiti ad essere se stesso. La sua era una famiglia proletaria e con qualche compagno che steccava rispetto a lei? È normale. Ciascuno ha il proprio bagaglio culturale. Non nasconda il suo e non cerchi nemmeno di alleggerirlo. Non è il caso.