Il nuovo codice etico del Movimento 5 Stelle potrebbe avere vita breve.
Lorenzo Borrè, avvocato che ha seguito gli “epurati” del Movimento 5 Stelle in occasione delle elezioni comunali di Roma e Napoli, ha annunciato in un’intervista a Radio Cusano Campus, di essere pronto ad impugnare “sia il regolamento che le modifiche del non statuto”. L’obiettivo finale è far cadere il nuovo codice etico del Movimento 5 Stelle.
“E’ chiaro che fondandosi su Regolamento e non statuto, anche il codice etico è a nostro avviso da considerarsi nullo: si fonda su regole che vanno invalidate. E oltretutto la votazione di ieri non ha raggiunto nemmeno un terzo degli iscritti, perciò è da considerarsi nullo anche per la mancanza di quorum”. Ma più in generale, guardando al Regolamento e al non statuto votati ad ottobre, “sono una quindicina i motivi di impugnazioni, ottimi e abbondanti”.
Codice etico, Borrè: “Non tutela le minoranze”
Borrè ne snocciola alcuni. “Ad esempio il nuovo regolamento prevede come motivo di espulsione la creazione di cordate di minoranze interne al partito. Non vengono riconosciuti i diritti dei gruppi di minoranza di esprimere un proprio leader. Tra l’altro, dal 2014 c’è una legge che tutela proprio i diritti delle minoranze all’interno delle associazioni di partiti: anche questo verrà discusso in sede giudiziaria. Ad oggi, mancando un automatismo tra il ricevimento di un avviso di garanzia e la sospensione o espulsione, questo codice etico sottopone a Grillo o al Collegio dei Probiviri la valutazione dell’avviso stesso, ovvero se è talmente grave da comportare la sospensione. Tra l’altro, l’avviso di garanzia arriva molte volte quando l’indagato non conosce nulla di quanto sta accadendo. Il punto 5 del codice etico impone ai portavoce di informare il gestore del sito. Come se io, dipendente pubblico, quindi obbligato ad informare la Pubblica Amministrazione di carichi pendenti, informassi anche il proprietario dell’ufficio”.