Gli ex M5S, che protestano contro la decisione di Grillo di andarsi a sedere al tavolo delle riforme con Renzi mentre loro vennero espulsi dal movimento per questo, propongono di esser mandati loro come “pontieri” per la trattativa con il Pd. “Noi, espulsi e dimissionari, che non abbiamo mai avuto la possibilità di parlare con Grillo e Casaleggio, avevamo sempre chiesto che ci fosse un dialogo con il Pd ma contemporaneamente i loro vassalli, Di Maio, Taverna, Morra, Di Battista, andavano in tutte le tv a dire che Grillo era stato bravissimo perchè non ci può essere dialogo con questo PD meno L, che è più corrotto del PDL”, sottolinea il senatore Maurizio Romani sul post di FB. Gli ex M5S, insomma, puntano il dito contro i 163 “soldatini senza cervello che a comando eseguivano e basta e che hanno preferito espellerli invece di ascoltarli”.
“Inoltre – prosegue Romani – si va a un tavolo a parlare della Legge elettorale e non dei punti del nostro programma, cruciali per l’economia, la scuola e il lavoro per i quali tutti gli attivisti si erano impegnati e sui quali gli elettori ci hanno dato il loro consenso. La cosa più giusta – afferma ancora Romani – sarebbe quindi mandare a parlare con il premier, gli espulsi, che hanno sempre mantenuto il cervello e sono rimasti fedeli ai principi del M5S”.