Dopo 23 anni dalla sua “discesa in campo”, Silvio Berlusconi è ancora il fulcro politico del centrodestra. Sono passati quattro governi, una condanna definitiva, molte prescrizioni e qualche operazione chirurgica ma oggi il polo dei moderati italiani non può ancora fare a meno del suo deus ex machina, prestato alla politica nel febbraio 1994 e rimastovi con fortune alterne fino ad oggi. Dopo la remuntada del 2013, l’ascesa al potere del giovane Matteo Renzi aveva portato molti a intonare il “de profundis” per l’ex premier, ma la rottura del Patto del Nazareno e soprattutto la schiacciante vittoria del “No” al referendum del 4 dicembre hanno restituito a Berlusconi il centro della scena politica.
Nelle ultime due settimane, infatti, il primo passo dell’ex Cavaliere è stato proprio quello di appoggiare il governo Gentiloni sul “decreto banche” approvato nel Consiglio dei Ministri pre-natalizio e all’attenzione del Senato dopo le feste. Berlusconi, messo in grossa difficoltà dalla “scalata ostile” di Mediaset da parte dei francesi di Vivendi, adesso non può non mostrarsi collaborativo con il governo che ha già annunciato un’azione di “vigilanza” nei confronti di Bolloré & co. Inoltre Berlusconi è in attesa anche della sentenza (prevista per l’estate) della Corte di Strasburgo sulla Legge Severino che teoricamente potrebbe restituirgli il diritto di candidarsi alle elezioni politiche. Questo premesso, l’ex Cavaliere ha davanti a sé tre strade da percorrere e la scelta influirà non poco sulle future prospettive politiche a livello nazionale.
Cosa farà adesso Berlusconi? I tre scenari possibili
1. Le manovre di avvicinamento di Forza Italia alla maggioranza governativa che sostiene Gentiloni hanno fatto nuovamente irritare i (supposti) alleati, ossia la Lega Nord di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. E non è detto che, nonostante le dichiarazioni pubbliche di Berlusconi (“programma condiviso al 95%”), l’ex Cavaliere voglia davvero accordarsi ai lepenisti nostrani. Tant’è vero che ieri Repubblica ha scritto di un nuovo riavvicinamento tra il leader di Forza Italia e Stefano Parisi, accantonato solo due mesi fa dopo le prime liti proprio con Salvini. La svolta moderata, ha scritto ieri il quotidiano diretto da Mario Calabresi, sarebbe portata avanti dalle colombe “governative” interne a Forza Italia, ovvero Gianni Letta e Fedele Confalonieri. La prima strada da seguire, per Berlusconi, è questa: rompere con la coppia Salvini-Meloni e costruire un polo moderato in alternativa al Pd e ai 5 Stelle.
2. La seconda strada sarebbe quella di abbracciare il lepenismo di Lega e Fratelli d’Italia, costruendo una coalizione unitaria alle prossime elezioni politiche. Ma in quel caso, i partner hanno già avvertito Berlusconi: servono programmi comuni su Europa, euro e immigrazione ma soprattutto il leader della coalizione sarà scelto con le primarie. Libero stamani ha scritto che il Carroccio, in vista del possibile voto a giugno, le vorrebbe già a marzo. Difficile, ma non impossibile, che Berlusconi accetti. In tal caso, sarebbe la prima volta nella sua storia che Forza Italia si presenta alle elezioni con un candidato diverso da Berlusconi.
#Salvini: Io MAI farei un'alleanza con Renzi, se Berlusconi non la esclude, lo vada a spiegare ai suoi elettori. #ottoemezzo
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 20, 2016
3. Infine, l’ultima strada percorribile sarebbe quella di una coalizione perenne con il Partito Democratico. Berlusconi, uomo scafato e politicamente esperto, sa benissimo che sulla scena nazionale Forza Italia non ha più il peso specifico di un tempo. E così, per evitare l’irrilevanza politica, ha deciso di puntare tutto su una legge elettorale proporzionale, in contraddizione col disegno politico “bipolare” immaginato per anni dall’ex Cavaliere. Una legge proporzionale condannerebbe il paese a governi di larghe intese e l’unica maggioranza spendibile oggi sarebbe proprio quella tra Forza Italia e Partito Democratico, sul modello della Große Koalition tedesca tra popolari e socialdemocratici. Quest’ultima sembra essere l’ipotesi più chiacchierata ad Arcore. E in un momento difficile per le aziende di casa Berlusconi, tornare al governo – seppur da comprimario – non può che far comodo all’ex Cavaliere.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo