Saviano, De Magistris: lo scontro infiamma Napoli

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Saviano, De Magistris: lo scontro infiamma Napoli

Continua la polemica a distanza Saviano-De Magistris. A colpi di post, arriva la risposta per le rime dell’autore di Gomorra. Non è la prima volta che i due si scontrano sul governo cittadino, come ha ricordato il Mattino in un suo articolo di oggi. Il leit motiv è sempre lo stesso da ormai sei anni. Saviano, infatti, taccia il primo cittadino di populismo, accusandolo di non guardare in faccia i problemi di una città rimasta ferma su se stessa. Al contrario, De Magistris sostiene che l’autore di Gomorra non riesca a vedere il cambiamento perché, ormai, non riconosce più la realtà napoletana.

Saviano, De Magistris: lo scontro infiamma Napoli

A far partire la polemica, questa volta, sono state le dichiarazioni di Saviano ai microfoni di Repubblica, l’altro ieri. “Questa città non è cambiata. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando alle feste di piazza è da ingenui” tuonava Saviano ai microfoni del quotidiano romano. L’attacco a De Magistris non si era fatto attendere. “È la sintesi dei deliri che sento arrivare da alcuni ambienti della città” ha affermato. “Parla come se fosse all’opposizione, invece è al potere. Le bellezze della città sono merito suo, il potere criminale, disoccupazione, controllo del territorio sono demeriti dello Stato” ha, poi, proseguito.

Parole, quelle di Saviano, che hanno scatenato una doppia controffensiva del sindaco. Prima, in un’intervista a Vg21. “Venga a Napoli, stia tra noi, la viva, la conosca, magari indossi una parrucca e si mangi un’emozione”, aveva detto De Magistris a Gianni Ambrosino. Quindi, la polemica si è spostata su Facebook. Durissimi i toni del post, pubblicato giovedì sera sul suo profilo da De Magistris. “Sembra quasi che tu non aspetti altro che il fatto di cronaca nera per godere delle tue verità. Più si spara, più cresce la tua impresa”, scrive De Magistris. “Non è possibile che Saviano non si sia reso conto di quanto sia cambiata Napoli”, continua il sindaco, che accusa il giornalista di essere “ignorante” perché ha una “mancata conoscenza dei fatti”.

“Non è credibile che tu non abbia avuto contezza del cambiamento”, ha continuato, lanciando, poi, il sasso: “la verità è che non vuoi raccontarlo”. ” Vuoi vedere che sei nulla di più che un personaggio divenuto suscettibile di valutazione economica e commerciale? Un brand che tira se tira una certa narrazione”, affonda il magistrato. E ancora: “Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani?”.  “Non voglio crederci – continua l’ex magistrato – Voglio ancora pensare che, in fondo, non conosci Napoli, forse non l’hai mai conosciuta”. E da qui, l’invito:”Ed allora, caro Saviano, vivila una volta per tutte Napoli, non avere paura”.

“Più racconti che la camorra è invincibile e che Napoli senza speranza e più hai successo e acquisisci ricchezza. Caro Saviano ti devi rassegnare: Napoli è cambiata, non speculare più sulla nostra pelle”, ha, quindi, chiuso De Magistris. Non meno piccata e al vetriolo, la reazione dello scrittore. “Il sindaco è infastidito dalla realtà” scrive Saviano, ricordando le due sparatorie in pieno centro di mercoledì scorso. “A lui (De Magistris, n.d.r) non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita”. “Problema”, afferma lo scrittore “non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà”.

Anche il giudizio sull’operato di De Magistris è lapidario. Definisce come “grottesca” la piega del contesto in cui la camorra cresce da quando l’ex magistrato è primo cittadino. “Ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli”, continua lo scrittore. L’accusa è quella di mancata attenzione verso le periferie del capoluogo campano. “Pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, a polvere da nascondere sotto al divano” scrive.

Lo accusa di non dire la sua di fronte alle inchieste giornalistiche in cui si parla della gestione del patrimonio immobiliare comunale nelle zone controllate dalla camorra.”E chissà – continua Saviano – che su questa, come su altre vicende, anche la Procura della Repubblica prima o poi non intervenga. Ma che importa, dirà il sindaco: la realtà di Napoli sono le strade affollate e non i killer pronti a sparare nel mucchio, magari per un regolamento di conti, per poche centinaia di euro. E il problema non sono i killer, per carità, ma Saviano che poi ne parlerà”.