Scuola, caos cattedre: oltre uno studente su tre ha cambiato professore
L’anno scolastico 2016-2017 sembra essere uno dei più caotici della storia dell’istruzione italiana. I maestri e professori che hanno cambiato cattedra quest’anno sono stati oltre 250 mila, mentre gli studenti che hanno ‘subìto’ questa situazione sono circa 2 milioni e mezzo: quasi uno studente su tre. E’ questa la situazione descritta dal dossier “Tuttoscuola”, la testata specializzata nel settore scolastico fondata nel 1975.
Caos cattedre, i numeri del disagio
Il dossier Tuttoscuola non fa sconti a nessuno e dipinge il quadro desolante dell’istruzione del nostro paese: bocciato il governo Renzi, reo di non aver valutato i contraccolpi della “Buona scuola” nel breve periodo, e le burocrazie ministeriali, incapaci di valutare gli effetti catastrofici della situazione. Critiche anche per i sindacati, incapaci di prendere atto della realtà: la massa crescente di docenti meridionali contro cioè gli spazi sempre più ridotti delle scuole del Sud. E i numeri non danno scampo: nella girandola di cattedre del 2016 “risulta nato nel Mezzogiorno (Sud e Isole) il 78% dei docenti trasferiti, l’82% dei maestri di primaria e il 71% dei professori di scuola media”. Solo due docenti su dieci sono del Nord. La crescita di docenti va di pari passo con la diminuzione degli studenti: “in meno di vent’anni le scuole meridionali hanno perso mezzo milione di studenti (-14%), mentre quelle del Centro-nord hanno riempito le aule con quasi 800 mila in più (in larga parte stranieri), un incremento del 20%”.
Una ridistribuzione che però non è accettata da una gran parte del corpo docente. Come sottolinea il dossier: “la forte resistenza di tanti assegnati” di oggi – “è dovuta probabilmente alla loro età mediamente superiore a quella dei vincitori dei concorsi di un tempo, e all’ulteriore crescita della componente femminile tra i docenti: un conto è vincere un concorso a trent’anni e costruirsi un percorso di vita anche a mille chilometri di distanza dal luogo di nascita e di residenza, ben altra cosa è essere una insegnante quarantenne sposata e con figli, e doversi spostare lontano da casa senza avere troppe speranze di ottenere un trasferimento o un avvicinamento in tempi ragionevolmente brevi”.
Caos cattedre, Bankitalia: “essenziale continuità didattica”
Per tamponare questa situazione, la burocrazia ha tentato di fermare questo esodo con lo strumento della “mobilità provvisoria”: decine di migliaia di docenti freschi di immissione in ruolo su posti prevalentemente al centro-nord sono tornati verso sud, liberando i posti occupati da nuovi assunti, in gran parte meridionali, che alla prima occasione chiederanno il trasferimento. A danno degli studenti. Come spiega uno studio di Bankitalia, la continuità didattica è essenziale e che “a parità di altre condizioni alla maggiore stabilità del personale docente corrisponde un minore numero di fallimenti scolastici. Al contrario, nelle scuole dove si verifica una forte rotazione dei docenti, il rischio delle bocciature e degli abbandoni aumenta”.
E mai come in questa situazione sembrano attuali le parole di Tullio De Mauro, il linguista italiano scomparso lo scorso 5 gennaio: “la scuola è degli alunni, non dei docenti e dei dirigenti. È per gli alunni e per le loro famiglie che la scuola vive ogni giorno; e ogni giorno tutto il personale scolastico opera nella scuola soltanto perché ci sono loro. È questa la centralità della scuola”.