M5S passa ad ALDE: prove di maturità politica?
Una svolta improvvisa per il Movimento 5 Stelle. Il lancio della consultazione online per scegliere il gruppo politico europeo al quale aderire costituisce una novità assoluta per il Movimento, non solo nei contenuti (dopo la svolta cosiddetta “garantista” è arrivata quella “europeista”, considerate le caratteristiche di ALDE rispetto all’EFDD degli euroscettici, gruppo dei 5 Stelle al Parlamento Europeo fino ad oggi), ma anche nel metodo. Stupisce il rischio, l’azzardo della mossa dei vertici che si espongono molto sia nei confronti della propria base, alla quale è stato chiesto sostanzialmente di operare e accettare una giravolta ideologica, sia verso gli avversari che già denunciano incoerenza e opportunismo per ottenere maggiori finanziamenti.
M5S passa ad ALDE: prove di maturità politica?
In altre parole sembra che il Movimento stia cominciando – finalmente – a “scoprire” il gioco della politica e dunque la necessità di compromessi parziali, la mitigazione di alcuni principi, senza snaturarli, per avere maggior peso nelle decisioni. Non è casuale che questa nuova direzione venga inaugurata a livello europeo, nel quale il purismo e l’isolazionismo sbandierati in Italia non hanno effetto e dove le regole impongono sostanzialmente la partecipazione a gruppi politici, pena l’irrilevanza politica tra i Non Iscritti (concetto assai ben evidenziato nel post che apriva le consultazioni sul blog).
La relativa distanza con la quale sono percepite le istituzioni europee, in particolare dall’elettorato italiano, potrebbe servire a ridurre la portata dei “traumi ideologici” che una simile giravolta politica necessariamente comporta, come ad esempio la probabile rinuncia al referendum sulla permanenza nella moneta unica e un cambio di rotta sui trattati internazionali (Il TTIP è stato sempre sostenuto dal nuovo gruppo), oltre alla ovvia modifica nell’atteggiamento nei confronti del leader dell’ALDE Verhofstadt, in passato uno dei bersagli preferiti del Movimento a livello europeo.
Se la decisione di correre questo rischio segnasse l’inizio di una fase nuova e più intraprendente del Movimento anche in politica nazionale dove, finora, è rimasto per scelta spesso ai margini delle decisioni nonostante il notevole peso parlamentare, sarebbe certamente positivo per il Paese. L’ostinato rifiuto del compromesso e di conseguenza la rinuncia alla natura stessa della politica, ha portato il Movimento a perseguire una forma di isolazionismo incontaminato ma anche sostanzialmente irrilevante.
L’accettazione dell’azzardo politico anche a costo di creare malumori interni è un chiaro tentativo di maturazione, anche se restano molti evidenti nodi da sciogliere a cominciare dalla fretta con la quale è stata lanciata la consultazione, senza neanche avvertire o stabilire un coordinamento con i parlamentari europei del Movimento e dunque i soliti problemi legati alla mancanza di democrazia interna e al decisionismo di un vertice di Partito, mai legittimato da un voto, che gestisce le consultazioni con modalità se non autoritarie quantomeno ambigue, in nome di una democrazia diretta che ancora arranca (anche a questa consultazione ha partecipato solo un terzo degli aventi diritto).
Una forza politica con il peso del Movimento 5 Stelle non può più permettersi di stare alla finestra ed è giusto che rivendichi un ruolo più significativo. Per farlo occorre però “smussare gli spigoli” e cominciare a puntare con maggior decisione a compromessi al rialzo, positivi, trasformandosi finalmente da forza di contestazione a forza pienamente politica con legittime ambizioni di governo.
Andrea Balossino