M5S, salta accordo con ALDE: le responsabilità degli altri
Nell’era digitale i tempi della politica si sono ristretti considerevolmente ma la vicenda del mancato accordo tra ALDE e il Movimento 5 Stelle, consumatasi nello spazio di poche ore, ha assunto contorni davvero grotteschi. Quello che sembrava essere un primo passo di normalizzazione del Movimento, un rischio calcolato che potesse certificare finalmente il raggiungimento della piena maturità politica, si è trasformato in pochissimo tempo in una cocente delusione internazionale che ha coinvolto l’intero Movimento: vertici, eletti ed iscritti. Anche lo stesso Verhofstadt non esce benissimo da questa vicenda nella quale, in ogni caso, ha responsabilità notevoli visto che è l’ALDE ad essersi chiamato fuori dall’accordo, mentre il Movimento aveva compiuto tutti i passi necessari (almeno formalmente) per poter compiere il grande salto dagli euroscettici agli europeisti compreso il voto positivo degli iscritti.
M5S, salta accordo con ALDE: le responsabilità degli altri
Per quanto riguarda i 5 Stelle, la colpa di questa “umiliazione” ricade esclusivamente sui vertici del Movimento che hanno, nell’ordine: condotto trattative con ALDE in gran segreto all’insaputa di buona parte dei parlamentari europei e degli iscritti, concluso un pre-accordo senza chiedere adeguate garanzie alla controparte, lanciato all’improvviso una consultazione lampo sul blog e una volta ottenuto il prevedibile via libera dei militanti non sono stati in grado di chiudere la trattativa per la marcia indietro del gruppo di Verhofstadt che li ha colti impreparati.
Ieri scrivevo che il rischio, l’azzardo, sono parte del gioco politico e accettarli un segno di maturità, ma questo vale solamente se si tratta di rischi calcolati, per i quali vengono predisposte vie di fuga e piani alternativi. In questo caso i vertici del Movimento si sono esposti e hanno esposto eletti e iscritti ad una “umiliazione” internazionale assolutamente evitabile e auto-procurata senza aver predisposto alcun “salvagente” se non la scusa triste e un po’ consunta dell’opposizione dei “poteri forti”. La figuraccia è evidente, innegabile e aggravata dalle numerose perplessità mostrate da molti esponenti del Movimento già all’apertura della consultazione online.
In conclusione, la “prova di maturità” è da considerarsi fallita e sarebbe finalmente opportuno un aggiustamento definitivo della struttura di governo del Movimento in senso democratico. Finora, infatti, la leadership di Grillo non aveva mai subito un simile scossone nonostante questo non sia certo il primo errore commesso dal leader-comico (lo streaming con Renzi ad esempio), ma questa volta l’inciampo è clamoroso e l’umiliazione pubblica e internazionale.
La strategia per superare questa fase dirà se il Movimento ha imparato o meno la lezione. Certo è che la probabile defenestrazione dell’europarlamentare Borrelli, che ha materialmente condotto le trattative con ALDE, tanto richiesta in queste ore dalla base infuriata, non sarebbe altro se non l’individuazione dell’ennesimo capro espiatorio per non mettere in crisi la leadership grillina e dunque, un altro errore.
La crisi che ha colpito il Movimento dopo la scomparsa di Gianroberto Casaleggio sembra aggravarsi ogni giorno di più e non sembra che la classe dirigente dei 5 Stelle abbia le giuste idee per uscirne (il post serale dopo il rifiuto di ALDE contro i “poteri forti” è emblematico in questo senso). Dando la colpa sempre ad “altri” non restano mai spazi per l’autocritica e il confronto interno e dunque per la crescita e il miglioramento.
Andrea Balossino