Monte Paschi: la black list che fa tremare i debitori
Nei giorni scorsi l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) proponeva di rendere pubblici i nomi dei debitori delle banche salvate con soldi pubblici. Nel caso specifico, si faceva riferimento ai cattivi debitori che hanno contribuito al crac finanziario del Monte dei Paschi di Siena, risollevato, lo scorso dicembre, grazie al decreto-legge “salva banche”, il cui ddl di conversione è da oggi in Commissione Finanze. La proposta è stata accolta positivamente anche dal governo Gentiloni. Ieri Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell’Economia, intervistato da Il Mattino, commentava: “Il fatto che sia il presidente dell’Associazione tra le banche italiane ad avanzare l’idea di rendere pubblici i nomi dei primi 100 debitori colpevoli del fallimento delle loro banche o di avere costretto lo Stato e i risparmiatori a intervenire per salvarle dalla risoluzione è sicuramente un bel segnale di moralizzazione che va raccolto e approfondito. Nel settore bancario molta gente, molte famiglie hanno pagato prezzi rilevantissimi in questi anni. Mi pare eticamente giusto proporre che siano noti i nomi di chi ha contribuito a creare questa situazione”.
Monte Paschi: la black list che fa tremare i debitori
L’MPS risponde dicendosi disponibile, in linea di principio, a fornire la lista dei principali debitori insolventi. L’espressione “in linea di principio” è giustificabile dalla presenza, al momento, di vincoli normativi che non ne permettono la diffusione. Se questi vincoli venissero superati, fa sapere MPS, non ci sarebbe alcuna difficoltà a rendere nota la lista.
Paradossalmente, è proprio una norma ispirata dal principio dell’etica a bloccare questa azione di “moralizzazione”. Come spiega in una nota Antonello Soro, presidente dell’autorità garante per la protezione dei dati personali, “sarebbe sicuramente spropositato privare della garanzia della riservatezza ogni cittadino che si rivolga a una banca per chiedere un semplice prestito”.
Nel caso di persone fisiche che chiedono un prestito, “la legge – in primo luogo attraverso il segreto bancario – tutela la legittima aspettativa di riservatezza, che ciascuno deve poter avere nel momento in cui richiede e ottiene un prestito. Nell’ipotesi in cui si volesse derogare a questa legittima aspettativa – continua il presidente – un’eventuale modifica legislativa non dovrebbe comunque contrastare con la disciplina europea a tutela della riservatezza e dovrebbe circoscrivere adeguatamente l’eccezionalità dei presupposti per determinare la deroga”. A tale difficoltà di ordine normativo, se ne aggiunge una di ordine economico. A detta di Baretta, infatti, un intervento legislativo che permettesse la realizzazione e la diffusione di questa black list, agirebbe direttamente su una situazione di mercato. Cosa che, continua il sottosegretario, “potrebbe creare più di un dubbio”.
Comunque, già oggi pomeriggio in Senato si discuterà del Monte dei Paschi di Siena in ben due sedi: in Aula, dove si delibererà sulla richiesta di dichiarazione d’urgenza per il ddl n. 624, sull’istituzione di una Commissione di inchiesta sul dissesto dell’MPS; in Commissione Finanza, che, come anticipato prima, ha calendarizzato per oggi la discussione sul ddl n. 2629, di conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237 (scade il 21 febbraio), recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio.
Camilla Ferrandi