Eye Pyramid: il più grande caso di cyberspionaggio italiano
La vicenda assume i connotati di una sceneggiatura cinematografica hollywoodiana. Mentre negli Stati Uniti il presidente eletto Donald Trump viene tacciato di essere ricattabile dai russi – per supposte informazioni riservate in loro possesso – in Italia salta fuori una trama di cyberspionaggio sviluppata durante oltre un lustro. L’operazione che ha portato alla luce il più grande caso di spionaggio dell’era digitale porta il nome di Eye Pyramid – che deriva proprio dal nome del malware utilizzato -. Immediata l’assonanza con i simboli massonici.
Eye Pyramid: la trama e i protagonisti
L’operazione ha come “protagonisti principali” i fratelli Giulio Occhionero (ingegnere informatico) e Francesca Occhionero (quest’ultima con cittadinanza americana). Il primo – titolare di una s.r.l. con sede a Malta, Westland Securities – sarebbe stato il principale manovratore dell’attacco. Entrambi residenti a Londra e domiciliati a Roma, avrebbero promosso una attività di spionaggio e dossieraggio.
Attraverso l’utilizzo di un malware particolarmente insidioso – che si mascherava sotto vesti particolarmente rassicuranti, come indirizzi di posta istituzionali – i fratelli Occhionero hanno infettato i dispositivi personali di decine di migliaia di politici. Attraverso il malware, gli Occhionero hanno ottenuto l’accesso in remoto a cellulari e computer di personaggi di alto profilo. Tra i ‘caduti in rete’, anche Matteo Renzi, Mario Monti e Mario Draghi, oltre a una innumerevole quantità di caselle di posta elettronica istituzionale.
Una storia densa di interrogativi, a cui la Polizia di Stato cercherà di dare una risposta nel più breve tempo possibile. In primis, con che fine agivano i fratelli Occhionero? Le ipotesi più probabili sono due: vantaggi di natura finanziaria o, nel caso peggiore, per interessi di carattere geostrategico. In quest’ultimo caso, quindi, si parla di spionaggio politico e militare lesivi per la sicurezza nazionale. Inoltre, i fratelli Occhionero come sono entrati in possesso del malware? Considerando che – secondo fonti attendibili – nessuno dei due rientra nel giro dei migliori hacker in circolazione, vi è la possibilità che i due abbiano acquistato EYEPYRAMID da terzi (il quale circolava già dal lontano 2008).
La polizia lavora attualmente su un buon numero di prove rinvenute in un box nel centro di Roma. Il grosso dei dati si destinava a server presenti fisicamente in territorio statunitense. La collaborazione dell’FBI al caso Eye Pyramid è stata decisiva per poter permettere l’invio dei server in Italia. Nel frattempo, Giulio Occhionero è stato arrestato (c’era il timore che potesse provare a scappare verso Malta). Si attendono ulteriori sviluppi sulla vicenda, oltre che le reazioni di rito delle personalità intercettata. L’indagine è solo agli inizi ma, stando alle premesse, la spy story in salsa italiana è destinata a far parlare di sé e ad essere ricordato come uno degli avvenimenti più rilevanti di questo 2017.