Banche: via libera di Camera e Senato a commissione d’inchiesta
Banche: via libera di Camera e Senato a commissione d’inchiesta
Ieri Camera e Senato hanno dato il via libera all’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle banche. Nella seduta pomeridiana di ieri della Camera, sono state approvate mozioni che recavano l’impegno della Camera stessa ad adottare ogni iniziativa utile a istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sul funzionamento del sistema bancario italiano e sui casi di crisi finanziaria che hanno coinvolto alcune banche al fine di individuare eventuali responsabilità degli amministratori, di esercitare funzioni di vigilanza e controllo, oltre che di analizzare le insolvenze da cui sono conseguite tali crisi.
Banche: via libera di Camera e Senato a commissione d’inchiesta
Il via libera è stato bipartisan, perché previsto dai testi di Fi, Pd, Ap, Civici e innovatori, Sinistra italiana, Lega e Ala. Nel frattempo, in Commissione Finanze del Senato, il presidente Mauro Maria Marino riferiva in merito agli esiti dell’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, rilevando come in tale sede si sia convenuti sull’ipotesi di presentare, all’inizio della prossima settimana, una proposta di Documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulle condizioni del sistema bancario e finanziario italiano e la tutela del risparmio.
La votazione della proposta è prevista per il 25 gennaio. Successivamente, ha continuato Marino, a partire dal 31 gennaio riprenderà l’esame congiunto dei disegni di legge finalizzati all’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di dissesto nel settore bancario.
In merito all’esame del disegno di legge n. 2629, di conversione del decreto-legge n. 237 del 2016, recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio e del settore creditizio, il senatore democratico annuncia un ciclo di audizioni, il cui svolgimento dovrebbe essere in congiunta con l’omologa Commissione permanente della Camera, il quale contemplerà gli interventi di soggetti istituzionali, nonché, eventualmente, di studiosi del sistema bancario che potranno essere segnalati dai Gruppi parlamentari.
Il programma delle audizioni prevede l’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze, giovedì prossimo, e di Banca d’Italia, Consob, ABI e rappresentanti di BCE e della dirigenza di Monte dei Paschi di Siena nel corso della prossima settimana. Il termine per la presentazione degli emendamenti è previsto per le ore 12 del 24 gennaio, una volta concluse le audizioni. Infine, nella seduta di questa mattina, il Senato ha approvato l’estensione della richiesta di urgenza in ordine al ddl n. 624, d’iniziativa del sen. Martelli (M5S) e altri, sull’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul dissesto finanziario dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena e a tutti i ddl in materia d’inchiesta sul sistema bancario.
Nel frattempo, come si legge sul Sole 24 ore di oggi, le banche europee si prendono una pausa dopo i forti rialzi, iniziati a fine novembre, che hanno portato le azioni italiane del credito ad apprezzarsi del 30% e quelle continentali in media del 12%. Ieri, le variazioni sono state marginali (indice Eurostoxx 50 pressoché invariato), anche se Piazza Affari ha concluso positivamente, con un +0,33%. Per quanto riguarda la borsa italiana, la fase di “stasi” è conseguenza anche del rating dell’Italia, che spinge gli investitori ad essere accorti.
Il rating è una classificazione utilizzata per valutare i titoli obbligazionari e le imprese in base al loro rischio finanziario. Tali valutazioni sono emesse dalle agenzie di rating. Tra le più importanti, Standard & Poor’s, che ieri sera ha confermato la “BBB-” (valutazione medio-bassa) per l’Italia, sottolineando però che il possibile rallentamento delle riforme, dovuto alla caduta del Governo Renzi, potrebbe portare ad un ribasso sul giudizio.
Ma la valutazione più attesa è quella dell’agenzia canadese Dbrs, che comunicherà la sua decisione sul rating dell’Italia il prossimo venerdì. Dbrs è l’unica agenzia che pone l’Italia al di sopra della tripla B, accreditandole un rating medio alto (A-low). Un giudizio ribassato, infatti, farebbe scendere di molto il valore della garanzia che le banche italiane ottengono quando richiedono liquidità alla Banca centrale europea. E di questo la Borsa Italiana ne risentirebbe, e non poco.
Camilla Ferrandi