Il prossimo congresso del World Economic Forum per l’anno 2017, che come di consueto si terrà a breve presso Davos, aprirà i battenti riflettendo dell’attuale stato di salute concernente l’economia mondiale nonché i suoi delicati equilibri. I temi di quest’anno saranno, non a caso, la libertà politica dell’azione economica e l’impresa per lo sviluppo globale. Quali dunque le prossime sfide per il contemporaneo ordine liberista globalizzato?
World Economic Forum 2017: il contemporaneo capitalismo industriale
Le politiche economiche di stampo nazionalista e protezionista stanno, specie in tempi recenti, condizionando non poco gli assetti fondamentali del liberismo di mercato, dell’industria e dell’azione economica in generale. La recente elezione di Donald Trump quale presidente degli Stati Uniti d’America e le relative paventate minacce macroscopiche di stampo protezionista all’export del manifatturiero, così come anche allo sviluppo del settore dell’automobile, sono foriere di un campanello d’allarme per tutto il business mondiale.
La nuova leadership politica dovrà confrontarsi con un sistema della produzione che rasenterà la Quarta rivoluzione industriale. Le tecnologie ibride, la domotica, l’intelligenza artificiale e la robotica, l’internet delle cose, muteranno radicalmente la prassi dei commerci per come oggi la conosciamo. Una azione politica preparata dovrà necessariamente considerare la salvaguardia dell’ordine liberista e liberale dell’Occidente propugnando ordini di governo multilaterali e dinamici.
I mercati e la finanza dovranno contemplare una collaborazione sempre più stretta tra capitali pubblici e privati, inoltre le autorità di controllo internazionali dovranno agire di concerto affinché lo sviluppo e la libertà dell’autoregolamentazione e della concorrenza sana non vengano mai meno. Questo dunque il primo vero banco di prova per un nuovo Rinascimento economico: il World Economic Forum ne illustrerà le incognite e le prospettive anche attraverso il dossier dei maggiori rischi previsti per il 2017, quali la stagnazione politica europea, l’avanzata del populismo ed il declino degli Stati nazionali.
World Economic Forum 2017: ripristinare la crescita economica
Una stasi cronica, o comunque una ripresa in affanno e di debole entità, come quella cui da troppi anni assistiamo in Europa, a lungo andare crea una erosione evidente degli standard di vita collettivi. Secondo le stime forniteci dal professor Klaus Schwab, fondatore e Presidente esecutivo del World Economic Forum, con una crescita annua del 5 per cento, alle condizioni presenti, ci vorranno quattordici anni per raddoppiare il Pil di un Paese, 24 con una spinta del 3 per cento.
Le generazioni future potrebbero, in buona sostanza, senza una netta inversione di marcia, star peggio dei loro predecessori. L’arduo compito dell’inclusione sociale in un pianeta in continua espansione demografica, attualmente 7,4 miliardi gli abitanti della terra potenzialmente 9,7 nel 2050, che aggiri il naturale tasso di disoccupazione che la tecnologia finirà per creare all’interno delle mansioni lavorative ad oggi conosciute, sarà l’altro grande problema cui il prossimo vertice di Davos cercherà di dare risposte concrete.
Riccardo Piazza