Iran, divieto di scambiare le magliette, ce ne sono poche
Stasera debutta al mondiale brasiliano la nazionale iraniana contro la Nigeria. La qualificazione della selezione asiatica non è mai stata ben vista dal governo della teocrazia orientale guidato da Hassan Rohuani. Drastiche misure governative hanno cercato di distogliere l’attenzione dei cittadini iraniani dai mondiali, scoraggiando la visione pubblica degli incontri, vietando assolutamente le riunioni “miste” nei cinema per le proiezioni e boicottando il saluto alla nazionale prima del volo per il Brasile.
La formazione iraniana si è qualificata al mondiale, inaspettatamente, dopo aver sconfitto la Corea del Sud e, come per tutte le altre nazionali, era previsto un premio di 1.2 milioni di Euro dalla FIFA ma quei soldi non sono mai arrivati alla selezione. Che si siano persi appena arrivati in Iran o che si siano persi fra la burocrazia della federazione calcistica non lo sa nessuno, quel che è certo è che i giocatori hanno ricevuto il divieto del C.T. Queiroz di scambiare le magliette a fine partita: ce ne sono troppe poche.
I convocati dal C.T. sono, per la maggior parte, dei semplici giocatori dilettanti ed i professionisti sono solamente un paio, fra questi Reza Ghoochannejhad, naturalizzato iraniano ma olandese di nascita, e Ashkan Dejagah, entrambi militanti nella Serie B inglese fra le fila del Charlton e del Fulham. Ecco le parole di Queiroz in vista della partita contro la Nigeria: “I nostri avversari nigeriani giocano quasi tutti in Europa, in grandi squadre come Liverpool, Chelsea, Lazio. La maggior parte dei miei giocatori lo fa in Iran dove più che al calcio si pensa a sopravvivere. Per questo abbiamo grandi meriti ad essere qui. Nessuno ci ha regalato nulla, ora lotteremo su ogni palla dando tutto per uscire a testa alta”