Libri consigliati: Crocevia, di Mario Vargas Llosa
Crocevia: punto d’incontro e intersezione di più strade. Alla lettera, il nuovo romanzo di Mario Vargas Llosa, sopraffina penna peruviana, considerato tra i maggiori scrittori e narratori del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010, non esce dal seminato della definizione. Con Crocevia, godibile tomo edito da Einaudi, lo scrittore di Arequipa crea tuttavia, pur senza discostarsi dalla precisione del Vocabolario, quello che Marx definirebbe un funambolico sistema di sovrastrutture.
Libri consigliati: Crocevia, di Mario Vargas Llosa
Gli anni ’90 hanno rappresentato per il Perù un nitido punto di non ritorno. Il potere pervasivo ed invasivo del presidente Fujimori esercitò la sua egida tagliente dal 1990, con scarso diritto di replica, fino alle soglie del XXI secolo. Nella città tentacolare della violenza, della ribellione degli omicidi di natura politica e degli scandali dell’informazione compiacente, il ditirambo di percorsi descritti da Mario Vargas Llosa cresce, si dipana e si snoda come un sinuoso serpente sensuale.
Il sesso è, per l’appunto, una delle plurime chiavi di volta della fabula. Scortese, irriverente, libertario e anti-sistema, il libro di Llosa conduce, passo dopo passo, prima verso la psiche di una relazione di natura omosessuale, poi verso una critica all’apparato dell’informazione giornalistica, dunque verso un cogitabondo intrigo di palazzo. Silenzio, proscenio e palco: una camera appartata, il rumore esterno della guerra civile e le fatue sensazioni derivanti dal coprifuoco militarmente imposto. Due donne della borghesia colta e lavoratrice della agiata società peruviana dormono nel medesimo letto, anzi non dormono, si riscoprono finite, carnali, attratte l’una dall’altra nonostante una vita di preconcetti e dogmi familiari tradizionali conditi da due mariti insospettabilmente per bene.
I tempi della scrittura e la cinesi del dramma di Llosa aprono le porte a due mondi separati, eppure comunicanti: quello riferito alla disperata voglia di materica sostanza rinchiuso all’interno di quei metri quadri e quello del furioso divenire incestuoso del giogo politico e della libertà negata. Sì, perché se Marisa e Chabela, questi i nomi delle donne in questione, patiscono le paure e le fobie di una società dal respiro corto, figlia di una dittatura al suo crepuscolo, anche i protagonisti dell’autorità soffocante si nutrono di terrore: quello derivante dal gioco delle parti. Gioco che, seppur incasellato e gestito dalla salvaguardia di certe equazioni rodate, non resisterà al disordine dell’incerto e dell’irrazionale.
Una variabile impazzita è l’ultima sovrastruttura che si incontra tra le pagine scaltre di Crocevia: messa a sistema con le altre, tale ics cela un equilibrio distorto tra informazione della realtà e realtà dell’informazione. Un richiamo che, nell’epoca del fervente dibattito concernente la post-verità, fa di Mario Vargas Llosa un vivacissimo quanto profetico alchimista dell’oggi.
Mario Vargas Llosa, Crocevia, Einaudi 2016, pp. 248
@Riccardo_Piazza