Movimento 5 Stelle: tassare gli eletti per finanziare Rousseau
Movimento 5 Stelle: tassare gli eletti per finanziare Rousseau
Fin dalla sua nascita e dalla sua entrata nell’arena politico-elettorale, il Movimento 5 Stelle ha rifiutato o restituito i rimborsi statali indirizzati ai partiti. Da sempre punto cardine del loro “codice deontologico”, il rifiuto delle indennità non elude l’esigenza di fondi per far fronte alle spese necessarie per le attività di un partito. Da qui il ricorso al foundrasing, strumento utilizzato frequentemente e, nello specifico, tre volte durante il 2016: in occasione delle amministrative, della kermesse Italia 5 Stelle e per sostenere Rousseau, il sistema operativo del Movimento.
Movimento 5 Stelle: tassare gli eletti per finanziare Rousseau
Questo gli ha permesso di raccogliere 375mila euro durante l’anno appena trascorso. Una buona cifra se si considera anche il tetto di spesa massimo per l’associazione, che è di circa 250mila euro. Impossibile, però, non osservare come negli ultimi mesi le donazioni siano andate un pò a rilento.
Infatti, se al 20 giugno scorso il M5S aveva raccolto 278mila euro, nella seconda parte dell’anno il volume si è più che dimezzato. Questo ha suscitato non pochi interrogativi nel Movimento, tanto che si è fatta largo l’ipotesi di tassare gli eletti pentastellati per finanziare l’Associazione Rousseau.
A raccontarlo è Emanuele Buzzi, in un suo articolo di ieri per il Corriere della Sera. Questa raccolta fondi “dall’alto” prevederebbe il versamento di una quota fissa da parte di consiglieri regionali, parlamentari ed eurodeputati cinquestelle pari al 10% della loro mensilità lorda su base annua (tra i 1500 e i 2000 euro per eletto).
Alla base di questa originale raccolta fondi sta sia la volontà dei vertici del Movimento di mantenere solida la struttura che sostiene la macchina cinque stelle, sia quella di non pesare troppo sulle “tasche” dei militanti.
Comunque sia, fonti vicine all’Associazione Rousseau fanno trapelare che nel 2017 prevarrà il modello adottato nel 2016, ovvero l’organizzazione di diverse campagne per raccogliere fondi.
Ce ne sarà sicuramente una per finanziare la campagna elettorale cinque stelle per le comunali 2017 e, in caso di elezioni politiche anticipate, ne dovranno organizzare un’altra. Intervistato sulla questione, un parlamentare pentastellato afferma: “Vediamo, c’è ancora tempo per capire come muoverci. Sono questioni delicate e in questo momento le priorità da discutere sono altre”.
Camilla Ferrandi