Relazioni Stati Uniti – Cina: il nemico è ancora più a est
Le relazioni internazionali stanno per cambiare in maniera radicale. Nemmeno dopo il crollo del muro di Berlino e la fine dell’era geopolitica ideologica si era raggiunto un tale grado di sintonia tra le due super potenze (USA e URSS/Russia) del mondo contemporaneo. Tuttavia, il fronte di contrasto sembra aprirsi ancora più a est. La Cina può diventare il nuovo avversario principale degli Stati Uniti d’America
Relazioni Stati Uniti – Russia: la mano tesa di Donald Trump
A una settimana dall’insediamento di Donald Trump come 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America, Sembra sempre più chiaro che il nemico dell’aquila risulterà semplicemente spostato verso est. Putin non sarà più il gran nemico politico degli Stati Uniti, dunque. I rapporti tra ‘The Donald’ e ‘lo Zar’ (così soprannominato da vari mezzi di comunicazione) sono più che amichevoli. Il presidente eletto ha più volte dichiarato la stima che prova nei confronti del presidente russo. Vladimir Putin, a sua volta, non ha mai nascosto la sua preferenza verso Trump (piuttosto che la candidata del partito dell’asinello, Hillary Clinton).
In una delle prime interviste rilasciate da presidente eletto, Donald Trump ha professato la volontà di agire congiuntamente con la Russia per risolvere la drammatica situazione in Siria. La nomina di Rex Tillerson a Segretario di Stato ha sugellato ancor più fortemente la nuova alleanza Stati Uniti-Russia. La stessa ‘telenovela hacker’ sembra essersi chiusa con una parziale ammissione delle accuse lanciate dalla CIA e dalla candidata sconfitta, Hillary Clinton. È lo stesso Donald Trump ad aprire alla possibilità che hacker russi abbiano cercato di influire nella campagna elettorale (pur rigettando, con assoluta fermezza, le accuse di un ricatto proveniente proprio dalla federazione russa). In conclusione: Trump tende la mano a Putin, che sembra ben lieto di stringerla di rimando.
Relazioni Stati Uniti – Cina: il pretesto di Taiwan
All’inizio delle buone relazioni tra Washington e Mosca, fa da contraltare il braccio di ferro tra USA e Cina. Il primo incidente diplomatico (che, forse, tanto casuale non è stato) risale a poche settimane fa. Il pomo della discordia fu la chiamata tra Donald Trump e il massimo rappresentante dell’isola di Taiwan. La provincia di Taiwan appartiene formalmente alla Repubblica Popolare Cinese e, nonostante le spinte indipendentiste, gli Stati Uniti non avevamo mai messo in discussione l’autorità Cinese sull’antica isola di Formosa. Prima ancora di iniziare il suo mandato, dunque, Trump ha già cominciato a scoprire le carte.
Relazioni Stati Uniti – Cina: principali tensioni legati a territorialità marittima
La Cina prova ad approfittare della fase di transizione presidenziale per mettere in atto azioni di una certa ‘violenza’ politica. La Cina prosegue nel suo intento di espansione verso il mare Cinese Meridionale. Il valore geostrategico della zona è altissimo e Tillerson sembra non essere preoccupato di uno scontro frontale con il gigante asiatico. Il governo cinese ha già fatto sapere di essere fortemente in disaccordo con Washington e che potrebbero esserci ripercussioni importanti.
Relazioni Stati Uniti – Cina: Un conflitto che nasce da lontano
La questione della territorialità marittima nel mare cinese è aperta da anni: anche Giappone e Corea hanno avuto le loro diatribe con la Cina per la stessa porzione di territorio. L’importanza della zona, come detto, deriva dalla sua posizione geografica. Per gli Stati Uniti, mantenere il controllo della zona significa avere un avamposto privilegiato per il monitoraggio ravvicinato di Cina, Corea e Giappone. Il governo cinese, d’altro canto, mira all’espansione territoriale per fini geostrategici e per risorse disponibili. Corea e Giappone fanno muro, ma la loro forza militare non permette nessuna azione deterrente contro Pechino (se non manovre di carattere puramente commerciale).
Relazioni Stati Uniti – Cina: la settimana bonus di Trump
Il conflitto, in sintesi, nasce da ben prima della chiamata diretta Taiwan – New York. Il mandato di Donald Trump sarà caratterizzato anche da questa difficile situazione geopolitica e il magnate ha altri 7 giorni di tempo per farsi trovare pronto. Dal 20 gennaio, sarà il diretto responsabile e non potrà più nascondersi dietro l’etichetta di ‘presidente eletto’. Da allora, sarà ‘Mr. President’ e il peso delle relazioni Stati Uniti – Cina ricadranno completamente su di lui.
Alessandro Faggiano
Twitter: @AlessFaggiano