Consiglio comunale ad alta tensione a Venezia. Nella prima seduta convocata dopo le dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni, in seguito al coinvolgimento nello scandalo tangenti per la realizzazione del Mose, proteste in aula e guerriglia fuori dall’assemblea, con scontri tra gli attivisti di Forza Nuova, no global e polizia in assetto antisommossa. Teatro delle proteste, la sede distaccata del comune di Venezia, in Piazza Ferretto a Mestre. Danneggiati anche strutture di bar e negozi in via Palazzo, poco distante dalla casa comunale.
Avrebbe dovuto essere solo un atto formale, invece si è trasformato in uno scontro all’ultima dichiarazione la riunione del consiglio comunale di Venezia. Il sindaco dimissionario, Giorgio Orsoni, non ha mancato di prendere la parola per difendersi dalle accuse mosse dalla procura, ricostruendo l’intera vicenda che avrebbe portato al suo coinvolgimento nella tangentopoli Mose, inchiesta che ha travolto anche i vertici del Consorzio Venezia Nuova. E già in mattinata i consiglieri si erano riunti proprio per discutere lo scioglimento dell’ente al centro dell’inchiesta, senza raggiungere, di fatto, un accordo. Il documento, condiviso dai partiti di maggioranza, ha trovato l’opposizione di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Gruppo misto. Le opposizioni, infatti, hanno rivendicato la necessità di doversi limitare a discutere solo gli atti più urgenti. Nessun voto in apertura di seduta, dunque, per la mozione che avrebbe dovuto portare allo scioglimento del consorzio, nessuna unità fra i 46 consiglieri di Ca’ Farsetti. Nulla di fatto anche per l’approvazione di alcuni atti (finanziamento dei Giracittà dal primo luglio, Festa del Redentore, rendiconto) e la nomina di alcuni tecnici, su cui Orsoni aveva chiesto la disponibilità dei consiglieri.
In aula sono montate le proteste, con il pubblico che ha cominciato a inveire mentre era in corso la seduta. A fomentare gli insulti contro i consiglieri Sebastiano Sartor, leader veneziano di Forza Nuova e Roberto Fiore, leader nazionale del movimento di estrema destra. Fuori dall’aula, disordini e cariche dalla polizia, con una trentina di manifestanti no global dei centri sociali e esponenti di Forza Nuova. Nessun contatto diretto, comunque, fra le due fazioni. Momenti di tensione al lancio di fumogeni da parte dei giovani dei centri sociali, con l’intervento della polizia che ha sparato alcuni lacrimogeni. Nel frattempo, la seduta del consiglio comunale è stata sospesa. Troppo forti gli interventi dalla platea, con un cittadino che ha aggredito verbalmente i gruppi del centrosinistra. Bloccato, è stato portato fuori dalla polizia municipale.
Carmela Adinolfi