Transizione Trump, secondo Gallup gli americani non sono soddisfatti
A quattro giorni dall’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca, più di metà degli americani non approva il suo lavoro nei primi due mesi da Presidente-eletto. A rilevarlo è un sondaggio realizzato tra il 4 e l’8 gennaio, e pubblicato venerdì, da Gallup, il principale Istituto di ricerche demoscopiche statunitense. Il 51% degli americani non dà un giudizio positivo della gestione della transizione da parte di Trump, contro un 44% di favorevoli. Nel giro di un mese, il tasso di approvazione degli americani nei confronti del Presidente-eletto è peggiorato ulteriormente: a dicembre gli intervistati si erano mostrati spaccati in due con un pareggio 48-48%.
Quest’ultimo dato rappresenta uno dei tassi più bassi di approvazione nei confronti di un Presidente alla vigilia dell’insediamento ufficiale. Se solo si guarda agli ultimi tre Presidenti, Bill Clinton nel gennaio 1993 aveva un tasso di approvazione del 68%, George W. Bush (gennaio 2001) del 61% e Barack Obama (gennaio 2009) addirittura dell’83%, quasi il doppio rispetto all’attuale di Trump.
E’ evidente che il paragone più coerente andrebbe fatto solo con i Presidenti che nell’election day hanno perso nel voto popolare ma vinto nell’electoral college, riuscendo a raccogliere i voti con una distribuzione migliore. L’ultimo ad aver perso – seppur di meno voti rispetto a quelli di Trump e Hillary Clinton (500 mila contro quasi 3 milioni) – è George W. Bush. Il figlio d’arte però alla vigilia dell’insediamento a Pennsylvania Avenue aveva un tasso di approvazione molto più alto rispetto all’attuale magnate newyorchese: tra il 61 e il 65% contro il 44-48% attuale.
Transizione Trump, le scelte del gabinetto
Piuttosto tiepida è anche l’accoglienza degli americani nei confronti del nuovo gabinetto di Trump. Il 20% degli intervistati ritiene le scelte del Presidente eletto nella media, il 32% sopra la media o “eccezionali” mentre il 44% “deludenti” o sotto la media. Sempre rispetto ai suoi tre predecessori, anche questi dati sono un campanello d’allarme per il magnate newyorchese che nei prossimi mesi dovrà impegnarsi molto a far cambiare idea agli americani.
Il record negativo del 45° Presidente degli Stati Uniti impone alla nuova amministrazione che si insedierà il 20 gennaio alla Casa Bianca scelte molto importanti soprattutto in politica estera ed economica: la “revisione” (o abolizione?) dell’Obamacare, i trattati commerciali con Canada e Asia e i nuovi rapporti con la Russia di Vladimir Putin.