Discorso Obama: un’analisi del linguaggio non verbale
Il linguaggio del corpo di qualsiasi persona, quindi anche dei personaggi politici, ci offre tutta una serie di significati relativi, in modo particolare, agli stati d’animo e agli atteggiamenti del soggetto. In ogni relazione pubblica non conta solo quello che si dice ma anche come lo si dice. Andando al di là del contenuto verbale, si può vedere come l’oratore si pone nei confronti del pubblico.
Discorso Obama: un’analisi del linguaggio non verbale
Il presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama, nei suoi discorsi e, soprattutto, in quello di “addio” del 10 gennaio, tendenzialmente esprime, con il corpo e con la voce, due atteggiamenti complementari: l’autorità e la vicinanza.
L’autorità, con lo scopo di infondere sicurezza nell’uditorio, viene comunicata soprattutto attraverso gli sguardi, i gesti illustratori e l’uso della voce. Obama mantiene il contatto visivo con il pubblico, spostandolo ora a destra e ora a sinistra, e tenendolo fisso, per qualche istante, anche dopo la fine di una frase. Una sottolineatura delle parole espresse.
Inoltre, Obama, fa sempre un ampio uso di gesti illustratori, quei gesti che accompagnano e danno ritmo alle parole, dirigendo i palmi delle mani verso il basso: tipica espressione di potere e autorevolezza.
L’uso della voce nei discorsi del presidente uscente, in alcuni tratti, ricorda l’intonazione dei predicatori americani, dando enfasi ad alcune parole, allungandone le vocalizzazioni: come, ad esempio, quando pronuncia la parola “all”. Oltre all’intonazione, anche l’uso delle pause è fondamentale: in questo Obama è molto abile ad inserirle al termine delle frasi, in modo da sottolineare il messaggio.
Il senso di vicinanza, Obama lo trasmette in pubblico, soprattutto, al momento di rivolgersi alla sua famiglia, alla moglie Michelle e alle figlie, e al vicepresidente uscente, Joe Biden. Traspare, in questi passaggi, un’emotività molto controllata, e, a onor del vero, anche nel momento in cui Obama tira fuori il fazzoletto dalla tasca, non sembrano esserci né lacrime, né altri segnali di reale commozione. Anche quei momenti, si caratterizzano per la presenza delle labbra serrate sul suo volto: un evidente segnale di estremo contenimento di incertezza, o di aggressività.
Dario Solarino