Sinistra Italiana Fassina si sospende dal gruppo: ecco perchè
In casa Sinistra Italiana sembra il caos. Tra richieste di apparentamenti, strizzate d’occhio e autosospensioni, la formazione di sinistra vive un momento di difficoltà sia in Parlamento che fuori. Un esempio è l’autosospensione del leader Stefano Fassina dal gruppo presso Montecitorio.
Sinistra Italiana Fassina indica la linea
A creare scompiglio è stata l’idea di Giuliano Pisapia. L’ex sindaco di Milano, infatti, poco più di un mese fa ha proposto di creare un ‘Campo Progressista’ che sostanzialmente prima unisca le varie anime della sinistra italiana e poi si apra ad un’alleanza aperta col Partito Democratico, al patto che rompa l’alleanza di Governo con Alfano e il sostegno esterno di Verdini. Un’ipotesi che è piaciuta a molti componenti parlamentari di Sinistra Italiana, ben sedici. Fra questi, anche il capogruppo Arturo Scotto. Ma c’è chi critica l’iniziativa e l’appoggio dei sedici ad un riavvicinamento al Partito Democratico: gente come il deputato Giovanni Paglia che invoca un partito, Sinistra Italiana, di persone libere, non di “maggiordomi”.
A cercare di pacificare gli animi e tornare sulla retta via, con una pendenza non indifferente a sinistra, è il leader, Stefano Fassina. Lo fa attraverso una mossa a sorpresa, l’autosospensione dal gruppo parlamentare. Le ragioni sono vicine a quelle di Paglia: “dobbiamo imparare a discutere al nostro interno in modo più rispettoso”, racconta l’ex vice Ministro all’Economia in un’intervista rilasciata a La Repubblica. Fassina teme di essere subalterni al Partito Democratico e non lo nasconde: “il problema vero è quello relativo al nostro posizionamento e al rapporto con il Pd (Renzi ha il cuore a destra), che però non può essere trasformato in un’iniziativa di battaglia congressuale”. Si parla del congresso di Sinistra Italiana, che si celebrerà a febbraio 2018: “si farà e servirà a fondare il partito e a chiarire da che parte stiamo, liberandoci da ogni ambiguità”. Da contenitore di scontenti a partito. “Penso che si debba portare avanti una posizione di autonomia rispetto al Pd”, continua l’ex candidato a Sindaco di Roma, “con un programma di profonda discontinuità programmatica sia dalla famiglia socialista europea dell’ultimo quarto di secolo e sia da quanto ha fatto il governo di Matteo Renzi in Italia”.
Sinistra Italiana Fassina: “Non siamo compagnia low cost del Pd”
Su un’ipotetica coalizione col Pd, Fassina conferma la propria estraneità: “perché non siamo la compagnia low cost del Pd. Per ricostruire la rappresentanza del mondo del lavoro e del vasto e contraddittorio popolo delle periferie non è praticabile un rapporto con i democratici e nemmeno con l’area Campo progressista”. Un’impossibile alleanza anche perché Fassina celebra il popolo del 4 dicembre che ha votato ‘No’. Quindi ‘contro’ Renzi, mai ‘con’, anche se poi chiosa: “propongo una politica di alleanze basata sui programmi, che non si preclude il rapporto con nessuno, nemmeno con il M5S”. Un’idea assai ambigua, secondo molti.
Daniele Errera