Debiti Forza Italia, il piano lacrime e sangue per non far morire il partito
La situazione finanziaria di Forza Italia è critica. Da codice rosso (oltre 100 milioni di debiti). Urgono quindi interventi draconiani con misure che interesseranno tutti gli iscritti e gli eletti azzurri di ogni ordine e grado. A presentare il piano lacrime e sangue all’ufficio di presidenza di Forza Italia convocato per oggi, sarà il tesoriere Alfredo Messina.
Incaricato direttamente dall’ex premier Silvio Berlusconi, Messina illustrerà a tutti le nuove regole che arrivano da Arcore.
Debiti Forza Italia, le misure “draconiane”
Il “tributo” che ogni eletto dovrà versare alle casse del partito sarà così ripartito: 1.000 euro di iscrizione obbligatoria a Forza Italia per tutti gli eletti azzurri, 800 euro di contributo mensile da parte di tutti quei deputati e senatori che non hanno provveduto, una volta eletti, al pagamento della quota di 25 mila euro. Scadenza: febbraio 2017.
Chi sgarrerà incorrerà in pene severe. Dal decadimento di ogni incarico nel partito alla non ricandidatura.
Il piano di “ristrutturazione” non terminerà qui. Dato che la legge 13/2014 ha di fatto stretto i rubinetti statali del finanziamento pubblico, si dovranno trovare altri modi per l’auto finanziamento. Per questo verrà istituito un comitato per il fund raising. L’obiettivo dichiarato è quello di far crescere le donazioni. Tutti gli eletti azzurri dovranno impegnarsi in questo senso e diventare degli abili “venditori” politici.
Debiti Forza Italia, quanto ha pagato Berlusconi fino ad oggi
Sono lontani i tempi in cui Berlusconi ripianava le perdite del partito di tasca propria. Come riportato da Il Tempo, l’ex Cavaliere ha più volte ripianato i debiti di Forza Italia, staccando assegni con cifre da capogiro per estinguere altrettante fidejussioni: il primo di 23.284.365,90 euro per un fido di Mps del 2001; il secondo di 10.382.032,81 euro per un fido del Banco Popolare di Sondrio risalente al 1998; un terzo pari a 10.249.413,72 euro per un fido del 2000 della Banca del Fucino, sede di Roma. Al risanamento delle casse di Forza Italia hanno provveduto anche i figli di Berlusconi Barbara, Eleonora, Luigi, Marina e PierSilvio che nel 2015 hanno staccato ognuno assegni da 100 mila euro.
Adesso tutto cambia, i licenziamenti dei dipendenti sono già partiti. Ora toccherà agli eletti azzurri fare di necessità virtù