Politiche occupazione: il Movimento 5 stelle prepara l’Italia del 2025
Stimato sociologo dell’Università La Sapienza di Roma, Domenico De Masi, classe 1938, è autore di “Lavoro 2025” una ricerca sull’evoluzione del mercato del lavoro in Italia nel prossimo futuro. Il rapporto è stato commissionato al sociologo direttamente dal Movimento 5 stelle, che tenta di accreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica sempre più come forza di governo matura e sempre meno come formazione populista di mera protesta.
Politiche occupazione: automazione e reddito di cittadinanza
Nessun miracolo economico ma anche nessuna debacle. E robot e software che creeranno in totale 13 milioni di posti di lavoro. Distruggendone, allo stesso tempo, 22 milioni. Questa sarà l’Italia nel 2025. Ameno secondo le previsioni di “Lavoro 2025”, lo studio coordinato dal sociologo Domenico De Masi assieme ad altri 11 esperti del settore e commissionato dal Movimento 5 stelle, e che è stato oggetto, il 18 e 19 gennaio, di un convegno alla Camera.
Pil in positivo (1,3%), aumento della produttività e disoccupazione sotto al 10%. Quindi aumenteranno i posti di lavoro e l’occupazione? Non proprio, anzi. La tecnologia, continua il rapporto, distruggerà molte mansioni, sia manuali che intellettuali. Quella che diminuirà sarà invece la popolazione in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni, mentre gli over 65 saliranno, secondo le previsioni, dal 33.9% al 42,6%.
A risentirne sarà sopratutto il welfare, che cambierà forma, vista l’impossibilità di sostenere la spesa pensionistica da parte di una forza lavoro sempre più ridotta e l’invecchiamento progressivo della popolazione. Il rapporto sottolinea la necessità di introdurre il reddito di cittadinanza – tema caro ai 5 stelle – per far fronte all’aumento delle diseguaglianze. La “base” della proposta di Lavoro 2025 secondo lo stesso De Masi.
Politiche occupazione: lavorare tutti, lavorare gratis
Ma come fare per combattere la disoccupazione? Il sociologo dichiara senza mezzi termini come la soluzione sia “lavorare gratis”. Sì, avete capito bene. Nello specifico i disoccupati dovrebbero convincere “chi lavora 40 ore settimanali a lavorare per 36”. In modo da “lavorare meno e lavorare tutti” recita De Masi, rispolverando un motto tanto caro agli ambienti dell’estrema sinistra degli anni 70. Sarà anche il titolo del suo prossimo libro.
Ma difficilmente questo potrebbe avvenire. Serve allora una piattaforma online sulla quale i disoccupati si iscrivano per “mettere a disposizione le proprie competenze, dall’idraulico al designer, gratuitamente”, dice de Masi a La Stampa. Poi continua: “Se, su 3 milioni di disoccupati, 1 milione lavorasse gratuitamente, si spaccherebbe il mercato, costringendo chi lavora di più a lavorare di meno”.
Nel rapporto si sottolinea poi l’importanza dell’istruzione, il cui status nel nostro Paese è “pessimo” secondo l’esperto. Il rapporto sottolinea come sia importante investire nella formazione, visto anche il progressivo aumento dei NEET, i giovani che non lavorano né studiano. Secondo i dati solo un giovane su 36 in età universitaria è iscritto all’università, contro i 98 della Corea o i 94 degli Usa.
Insomma, l’automazione cambierà in meglio la vita di tutti e la politica dovrebbe contribuire a un mercato del lavoro che tenga conto di questo. E i 5 stelle sono pronti a mettere in pratica i consigli del professor De Masi. Se mai salgano agli scranni di Palazzo Chigi. Ma alle elezioni manca ancora un po’. Potrebbero esserci ancora molte sorprese.
Giacomo Pellini