Dalla sua Bologna l’ex premier Romano Prodi torna a rilanciare l’idea di un Ulivo-bis. Secondo il Professore quella del centrosinistra unito “non sarebbe un’esperienza irripetibile, sopratutto dopo tutto quello che sta succedendo”: ovviamente il riferimento è all’elezione di Donald Trump a 45° Presidente degli Stati Uniti. Il discorso del tycoon, dai toni fortemente protezionistici e nazionalistici ha preoccupato Prodi, che ha parlato della “necessità dell’Europa di mettersi assieme di fronte a un’America che vuole rompere i rapporti e costruire muri”. “O siamo uniti – ha aggiunto – o finiamo male”.
Le parole del Professore sono state ben accolte dagli esponenti della minoranza Dem, ultimamente alla ricerca di un “nuovo Prodi” che contrasti Matteo Renzi: quelle del Professore sono “parole sante” secondo l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani. Anche Davide Zoggia elogia le parole dell’ex premier: “la sensazione è che dopo il periodo dell’uomo solo al comando – dice l’esponente dem – si stia tornando ad un’idea più collettiva della storia”. Mentre per Roberto Speranza “il centrosinistra unito è è un nostro obiettivo, ma bisogna mettere al centro della nostra azione la questione sociale” ha puntualizzato il deputato della minoranza Dem, che contenderà la carica di segretario proprio a Matteo Renzi.
Centrosinistra, le scadenze: legge elettorale e Congresso
Ma i big renziani del partito storcono il naso alle parole dell’ex premier e rimangono in una posizione di attesa per le prossime scadenze. In primo luogo per la questione della legge elettorale, sulla quale la Consulta si pronuncerà martedì 24 gennaio: una legge maggioritaria – come il Mattarellum – caldeggiata dai renziani potrebbe dare nuovo smalto proprio al segretario che nei prossimi mesi dovrebbe partire per un tour in pullman. Poi c’è la questione del Congresso, sulla quale pesano ancora molte incognite. Ma sono sopratutto le elezioni politiche a preoccupare l’ala renziana del partito, indebolita dalla recente batosta elettorale del referendum costituzionale dello scorso dicembre. La settimana prossima Massimo D’Alema rilancerà la sua rete di “No” alla riforme, mentre Sinistra Italiana è impegnata nella preparazione del suo primo congresso, che si terrà a febbraio, e che vedrà prevalere molto probabilmente la linea “autonomista” di Nicola Fratoianni e Stefano Fassina.
Insomma la costituzione di un centrosinistra unito è tutta in salita. E servono sopratutto “idee per riunirsi” ha puntualizzato Romano Podi, perché “riunirsi per riunirsi non serve a nulla. Bisogna ricominciare a parlare di politica e di problemi veri, come la scuola, la distribuzione del reddito e l’occupazione, bisogna riformare una società diventata ingiusta”. Che a governare con un centrosinistra compatto ci ha provato – ed è stato l’unico – e per due volte è caduto per mano del fuoco amico. Anzi, tre se contiamo la mancata elezione a Presidente della Repubblica. Ma lui vuole riprovarci, a tutti i costi.
Giacomo Pellini