Primarie Francia, chi sono i candidati del Partito Socialista
Urne aperte in Francia: si tengono oggi, 22 gennaio, le primarie del partito socialista in vista delle elezioni presidenziali della prossima primavera. Per la gauche è un momento difficile, divisa al suo interno e indebolita da 5 anni di presidenza Hollande, una vera e propria Caporetto per i progressisti d’oltralpe: il Presidente uscente è a picco nei sondaggi e non si ricandiderà per il suo secondo mandato presidenziale.
La strada rimane comunque in salita anche per il candidato che uscirà vincitore dalle primarie, che secondo i sondaggi non passerà nemmeno al secondo turno del 7 maggio. Molto proabilmente il ballottaggio sarà giocato tutto a destra, con il candidato neogollista Francois Fillon e la leader della formazione di ultradestra Front National, Marine Le Pen.
Primarie Francia, le divisioni a sinistra
Pesano poi altre incognite in casa progressista. In primo luogo la candidatura dell’ex Ministro dell’economia Emmanuel Macron, che non ha partecipato alle primarie socialiste presentandosi da indipendente con un programma liberal-progressista: gli indici di gradimento del giovane Macron (39 anni) sono molto alti e secondo alcuni analisti le probabilità di arrivare al secondo turno per l’ex Ministro non mancano. In secondo luogo c’è Jean Luc Melenchon, leader del partito di sinistra radicale Front De Gauche, che godrebbe per la prima volta nella storia di un 15% di consensi nel Paese. La sua formazione si chiama “France insoumise” e punta a compattare la sinistra al di fuori del campo socialista. Insomma, la strada del vincitore delle primarie verso l’Eliseo non è minacciata solo da destra ma anche da sinistra, con le candidature di Macron e Melenchon che potrebbero far defluire consensi decisivi per arrivare al ballottaggio.
Primarie Francia, i candidati socialisti
E la domanda sorge spontanea: chi sono i principali candidati? C’è innanzitutto l’ex primo Ministro Manuel Valls, delfino di Hollande e grande difensore della sua presidenza. Uomo pragmatico e realista, Valls è mal visto dall’area sinistra del partito: ha più volte sostenuto la necessità di “maggiori controlli alle frontiere Ue” ed è stato uno dei promotori del Jobs Act francese, la legge El Khomri, che deregolamenta il mercato del lavoro attraverso modifiche che intervengono sulla contrattazione collettiva, sui licenziamenti e sull’orario di lavoro.
In corsa anche l’ex Ministro dell’economia, Aranud Montebourg, con un programma ecologista incentrato sul protezionismo – da alcuni è stato soprannominato come il candidato del “made in France”. Benoit Hamon, ex Ministro dell’educazione, è il più a sinistra di tutti, e propone l’introduzione del reddito di base universale di 750 euro al mese per tutti i cittadini. Ci sono poi la radicale di sinistra Silvia Pinel, ex ministra dell’alloggio, e gli ecologisti Jean Luc Benhamias e Francois De Rougy. Si è ritirato invece l’ex europalramentare e professore di filosofia Vincent Peillon. I due candidati che otterranno più voti – in caso di mancato raggiungimento del quorum del 50% – si affronteranno al ballottaggio domenica 29 gennaio.
Alle primarie socialiste sono attese 2 milioni di persone, la metà delle primarie del centrodestra dello scorso novembre, alle quali ha partecipato 4 milioni di persone. Alle primarie socialiste del 2012 avevano votato più di 3 milioni di persone.
(Foto: Reuters)
Giacomo Pellini