In attesa della Consulta, primo scontro Renzi Gentiloni per commissario Agcom
Si avvicina il gran giorno della decisione della Consulta sull’italicum. Alcune voci paventano un rinvio della sentenza: ipotesi non da escludere ma, per ora, non molto probabile. Il verdetto della Corte sulla legge elettorale avrà importanti ripercussioni nello scacchiere politico, in base alle modifiche proposte. In primis per le liste bloccate, che favoriscono l’accentramento del potere nelle mani del segretario o leader di partito. Proprio a ridosso della decisione della Consulta arriva il primo ‘strappo’ tra il segretario del PD, Matteo Renzi, e il primo ministro Paolo Gentiloni.
Scontro Renzi Gentiloni, la proposta delle larghe intese: Vito Di Marco
Il pomo della discordia è la nomina per il nuovo commissario dell’Agcom (l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni), in sostituzione di Giuseppe Frigo. Il ‘nome caldo’ per rinsaldare il rapporto tra PD e FI è quello di Vito Di Marco: ex collaboratore del noto Romani, militò nella DS per 15 anni. Una nomina che potrebbe garantire la stabilità del governo anche nel Senato della Repubblica. Con questa soluzione, il governo assume maggior forza e capacità di andare avanti fino a fine legislatura.
Scontro Renzi Gentiloni, il segretario PD non ci sta
Ma il fiorentino non ci sta. Ed ecco che parte all’attacco di Vito Di Marco, assicurando – attraverso un comunicato di partito – che “il PD non voterà a un nome scelto da Romani”. In caso di diversa nomina (il papabile candidato del segretario e del presidente Orfini ancora non è stato svelato) la situazione al Senato della Repubblica diverrebbe altamente instabile. In fondo, l’ex premier vuole tornare immediatamente al voto, subito dopo il G7 di Taormina. Gentiloni, fin dal suo primo discorso in Parlamento, ha garantito che, “fintanto che ci sono i numeri, questo esecutivo va avanti”.
Scontro Renzi Gentiloni: il segretario PD perde alleati e trova avversari
Renzi sembra perdere alleati per la strada, giorno dopo giorno. Anche per questo, prova a forzare la fine dell’esecutivo e della legislatura. L’ultimo nome importante che ha dato il suo appoggio a Gentiloni, per arrivare fino a fine legislatura, è quello di Pietro Grasso. Pochi giorni fa, si paventò l’idea di candidare Laura Boldrini – tra le persone più vessate dalle fake news – contro lo stesso Renzi. Anche lo stesso strappo con Paolo Gentiloni rappresenta un ulteriore ferita, forse ancor più profonda e destabilizzante. L’ex premier non gioca più a nascondersi: sa di essere in difficoltà e che necessita di agire rapidamente se vuole riprendersi il partito e il Paese. Stavolta, passando dalla porta principale.