Movimento 5 stelle: torna l’ipotesi di accordo con Lega e Meloni
Domani è il giorno tanto atteso: la Consulta si pronuncerà sulla legge elettorale a firma Renzi&co. Più precisamente, risponderà a due diversi ricorsi presentati dal Tribunale di Messina e da quello di Torino riguardo alla distribuzione del premio di maggioranza, alle soglie di sbarramento e al blocco misto delle liste e delle candidature, così come previste dall’Italicum.
Movimento 5 stelle: voto Consulta e campagna elettorale
Dunque da domani si aprirà ufficialmente il dibattito elettorale (regole del gioco, elezioni anticipate o meno, trattative pre-elettorali) e, ufficiosamente, la campagna elettorale. Perché, anche laddove la Corte Costituzionale non accogliesse i due ricorsi, sarà comunque necessaria una modifica delle regole elettorali per il Senato della Repubblica. Vista la mancata approvazione popolare della riforma costituzionale. Si sa, dalle regole elettorali dipende il comportamento dei partiti. I gruppi dirigenti si coordineranno differentemente a seconda del sistema elettorale che si andrà a delineare prima delle elezioni.
Esente da qualsiasi tipo di alleanza pre e post elettorale, visto il dettame del “non statuto”, dovrebbe essere il Movimento 5 Stelle. Ma oggi, come già accaduto in precedenza, torna alla ribalta la notizia di un possibile accordo dei pentastellati con la Lega Nord e la Meloni. Le ultime tendenze del partito di Grillo (le posizioni sull’immigrazione, il caso Alde, il referendum sull’euro, le dichiarazioni sull’elezione di Trump, ecc…) non scongiurano, almeno in linea di principio, questa possibilità.
E su possibili alleanze, è un big pentastellato a dichiarare: “Al Senato – rivela Max Bugani – con la legge attuale si può lavorare sul programma e vedere chi ci sta. Altre forze potrebbero darci un appoggio esterno. Ovviamente il governo sarebbe del M5S, però coinvolgendo altri partiti su punti programmatici chiari e condivisibili”.
Movimento 5 stelle: abbandonare l’isolazionismo
Ora, il nocciolo della questione sta proprio qua. Anche laddove il M5S decidesse di stendere un programma elettorale condivisibile anche dalla Lega, il solo appoggio esterno ad un potenziale governo pentastellato non sarebbe l’atteggiamento consono alle ambizioni di Salvini. Se il Movimento 5 Stelle vincesse le elezioni, vista l’obiettiva impossibilità di conquistare la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari se non in presenza dell’Italicum – che peraltro, se fosse, riguarderebbe solo la Camera -, la Lega non accetterebbe mai di appoggiare solo esternamente un esecutivo cinque stelle senza assicurarsi alcun Ministero o sottosegretariato.
Certo, in una potenziale legislatura targata M5S, sarebbe possibile stillare accordi con la Lega per la realizzazione di molti punti programmatici. Ma questo non basterebbe al momento del voto di fiducia al governo, che rimane prerogativa di entrambi i rami del Parlamento. In assenza di maggioranza assoluta, in entrambe le camere, a capo di un’unica forza politica, la possibilità di formare un esecutivo, in Italia, è praticamente nulla. E lo sarebbe ancora di più per il Movimento 5 stelle, visto il suo “anti-sistemismo” e isolazionismo. In caso di vittoria, il partito di Grillo dovrà fare i conti con questo. La politica è fatta anche di numeri. E, che piaccia o meno, per governare sono indispensabili.