Virginia Raggi indagata, ora rischia più di 3 anni di carcere
Sono due i capi d’accusa contro la sindaca di Roma Virginia Raggi, abuso d’ufficio, per la nomina illegittima a capo dell’Ufficio del turismo romano di Renato Marra, fratello di quel Marra, fedelissimo capo del personale proveniente dalla destra alemanniana, già arrestato a dicembre. Assunzione avvenuta tra l’altro con un aumento di 20 mila€ dell’emolumento. Da qui l’abuso d’ufficio, anche perchè la nomina è stata fatta senza paragonare i curriculum di vari dirigenti, come dovrebbe essere in caso di nomina pubblica. Un caso di puro favoritismo di un parente.
Il punto è che Virginia Raggi ha già sottolineato di avere fatto la nomina personalmente, se ora dovesse ammettere quello che già emerge da alcune chat, che in realtà è stato Raffaele Marra a nominare il fratello ammetterebbe di essere colpevole automaticamente della seconda accusa, quella di falso.
E la pena sarebbe di 3 anni di carcere o più
Virginia Raggi indagata, costretta a scegliere il meno peggio tra i reati di cui è accusata
Secondo i pm Ielo e Dall’Olio, infatti la sindaca “indirizzata al Responsabile della Prevenzione della Corruzione di Roma Capitale, confermava, contrariamente al vero, che il ruolo di Marra in relazione alla procedura per la nomina del fratello era stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da lei assunte senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisione”. Così è scritto nel capo d’imputazione.
Un tentativo fatto all’epoca di minimizzare la propria dipendenza dalla figura di Raffaele Marra, additato come il vero padrone del Campidoglio grazie all’influenza sulla giovane sindaca.
Affermare di avere preso di persona tutte le decisioni, compresa la nomina del fratello di Marra, Renato, allora era apparsa la strategia migliore, anche a costo di essere accusata di abuso d’ufficio, eventualità forse non peinamente presa in considerazione.
Ora, tuttavia, per Virginia Raggi si presenta una difficile scelta: meglio essere condannata per abuso d’ufficio o per falso per avere fatto affermazioni false?
Il dilemma non è semplice, anche perchè c’è la spada di Damocle della sospensione dall’ufficio in caso di condanna in primo grado, come da legge Severino, per non pensare all’onta morale di essere il primo sindaco grillino, quello della prima città d’Italia, a essere condannata in tribunale