Anno giudiziario, Canzio attacca i pm: “basta con i processi mediatici”
La notizia del giorno doveva essere tutta nell’assenza da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati all’inaugurazione dell’ anno giudiziario. E invece, oltre ai banchi lasciati vuoti dai pm, a far risuonare l’aula del Palazzaccio è stata la relazione del Primo Presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio. Nel suo intervento Canzio ha toccato molti temi diversi – la riforma del processo penale, la prescrizione, il contrasto al terrorismo, il reato di immigrazione clandestina e la legislazione sulle adozioni – ma il cuore del discorso ha riguardato il “processo mediatico” favorito dalla “spiccata autoreferenzialità di alcuni pm”.
“Merita di essere presa in seria considerazione la proposta di aprire talune, significative finestre di controllo giurisdizionale nelle indagini, piuttosto che prevedere interventi di tipo gerarchico o disciplinare” è il passaggio in “burocratese” del Presidente di Cassazione. In suo sostegno è intervenuto anche il Procuratore Generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo: “la fuga di notizie – ha detto – è un fenomeno grave che rischia di ledere il principio costituzionale di non colpevolezza”. Per questo, continua, i magistrati dovrebbero usare “la massima discrezione” anche “là dove si sia trattato di sostenere pubblicamente le ragioni e la bontà dell’attività giudiziaria svolta”.
“Talora – ha continuato Canzio – sono lo stesso pubblico ministero titolare delle indagini o l’avvocato difensore a tessere un dialogo con i media e, tramite questi, con l’opinione pubblica: in tal caso, il corto circuito tra il rito mediatico e il processo penale è destinato ad accentuarsi”. E, allora, cosa si può fare per evitare questo fenomeno? Ci vuole un “intervento riformatore” diretto “a restaurare le linee fisiologiche del giusto processo, ridando respiro alla ricostruzione probatoria del fatto e all’accertamento della verità del giudizio, secondo criteri di efficienza, ragionevole durata e rispetto delle garanzie”.
Il riferimento ai magistrati – e ad alcuni in particolare – è evidente e probabilmente la frecciata è rivolta anche all’Anm, il cui Presidente Pier Camillo Davigo ha sempre respinto al mittente accuse di questo genere. La relazione di Canzio si è soffermata anche su altri temi riguardante la giustizia: la prescrizione (“va fermata dopo la condanna di primo grado”), il reato di immigrazione clandestina già osteggiato lo scorso anno (“comporta una gravosa gestione dei provvedimenti e alti costi”) e l’invito al Parlamento ad individuare una disciplina in materia di adozione da parte di genitori dello stesso sesso (“non si può demandare in via esclusiva alla giurisprudenza la soluzione di queste questioni”).
Anno giudiziario, la protesta dell’Anm
Le dichiarazioni al vetriolo di Canzio nei confronti dei pm vanno lette anche nel contesto della protesta messa in atto oggi dall’Anm. Dieci giorni fa, il sindacato dei magistrati infatti aveva annunciato la sua assenza proprio per contrastare il decreto del governo Renzi con cui è stato prorogato di un anno il mandato dei vertici di Cassazione, Corte dei Conti e Consiglio di Stato che non abbiano compiuto 72 anni entro il dicembre scorso. Il decreto legge è stato subito soprannominato “ad Canzio” anche se riguarda altri magistrati.
L’Anm chiede infatti che la norma venga estesa a tutta la magistratura ordinaria ma fino ad oggi le sue richieste sono rimaste inascoltate. “Il governo pensa di poter decidere chi deve fare il giudice, ma questo non è possibile – ha replicato nel pomeriggio proprio Davigo in conferenza stampa –, i governi non possono scegliere i giudici. È un vulnus senza precedenti”. Sulle critiche di Canzio, l’ex pm di Mani Pulite nicchia: “Canzio è iscritto all’Anm, la sua opinione sarà tenuta di conto”.