Dopo mesi di attesa estenuante, la Corte Costituzionale ieri si è espressa sulla legittimità della legge elettorale n.52 del 2015 (cosiddetta “Italicum”). La sentenza è stata riassunta in uno stringato comunicato pubblicato ieri sul sito ufficiale della Consulta: bocciato il ballottaggio tra i primi due partiti e le pluricandidature. Pienamente legittimi i 100 capilista bloccati e il premio di maggioranza di 340 seggi (55%) alla lista che ottiene almeno il 40% dei voti. Le interpretazioni della sentenza, com’è ovvio, sono state di diverso tono sia tra i giuristi che tra gli esponenti politici, sempre pronti ad intestarsi presunte “vittorie” o “sconfitte”. Le opposizioni hanno subito gridato alla demolizione di uno dei punti cardini del governo Renzi (il ballottaggio che permetteva di sapere la sera stessa chi avrebbe vinto le elezioni) mentre la maggioranza si mostra soddisfatta perché convinta che l’impianto della legge non sia stato toccato dai giudici.
Adesso il Parlamento è spaccato in due grandi tronconi (c’è già chi li chiama “partiti”): chi vorrebbe andare al voto il prima possibile ¬ Grillo ha già rilanciato l’hashtag #votosubito – anche con il nuovo Italicum per la Camera e il Consultellum per il Senato e chi invece chiede di “armonizzare” le due leggi per prendere tempo e andare al voto se non a fine legislatura, almeno in autunno. Ma se si andasse al voto subito – aprile o giugno – senza un intervento del Parlamento, con quale legge elettorale i cittadini italiani sarebbero chiamati alle urne? In sintesi, che legge abbiamo adesso?
Consulta, la nuova legge elettorale
Intanto, l’Italicum era una legge elettorale pensata solo per la Camera poiché costruita su un sistema bicamerale riformato, con il Senato che non sarebbe più stato eletto direttamente dai cittadini. Poi, il 4 dicembre 20 milioni di italiani hanno detto “No” alla riforma costituzionale Boschi e così sono rimasti intatti due modelli elettorali diversi per eleggere i due rami del Parlamento. Il Senato oggi sarebbe eletto con il Consultellum, ovvero la legge elettorale uscita dalla Consulta con la sentenza n.1/2014 quando i giudici dichiararono incostituzionale il Porcellum. Il Senato sarebbe eletto così: proporzionale con soglia di sbarramento all’8% a livello regionale per i partiti che corrono da soli mentre il 3% per quelli in coalizione (che, però, deve superare il 20%). I senatori sarebbero eletti con le preferenze.
Sentenza #Consulta è molto chiara e conferma l'impianto dell'Italicum. Ora tocca alla politica. Ci sono le condizioni per andare a votare.
— Debora Serracchiani (@serracchiani) January 25, 2017
Diverso il discorso per la Camera. Ieri la Consulta si è espressa proprio sulla legge elettorale di Montecitorio: se nessun partito ottiene il 40% dei voti, i seggi vengono ripartiti in maniera proporzionale; in caso contrario, scatta il premio di maggioranza previsto dall’Italicum di 340 seggi. Insomma, una legge proporzionale o maggioritaria a seconda degli esiti delle urne. Oggi, secondo gli ultimi sondaggi, appare difficile che una lista riesce ad ottenere da sola il 40% dei consensi, soprattutto in un contesto tripolare. Ma mai dire mai. Per la Camera, inoltre rimangono i 100 capilista bloccati mentre tutti gli altri candidati nei collegi saranno eletti con le preferenze. Infine, un candidato può essere capolista in più collegi (fino a 10), ma nel caso in cui venisse eletto in più parti d’Italia, si procederebbe per “sorteggio”, come stabilito dai giudici.
#Renzi ha fatto due riforme: una bocciata da 20 mln di italiani, l'altra dalla #Consulta. Un disastro totale! Unico rimedio: #VotoSubito!
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) January 25, 2017
Nel comunicato rilasciato ieri, la Corte ha tenuto a precisare come la nuova legge elettorale sia “suscettibile di immediata applicazione”. Che tradotto, vuol dire: può essere usata subito. Il Presidente Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno aveva invocato un intervento del Parlamento per rendere “omogenee” le due leggi elettorali tra Camera e Senato ma c’è chi sostiene che già oggi il criterio di omogeneità sia rispettato in quanto, in caso di raggiungimento del 40%, l’effetto “sbarramento” dell’8% al Senato porterebbe ad una maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le Camere.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo