Il voto europeo è ormai alle spalle, ma le analisi e le mosse dei partiti sono entrate nel vivo. Particolarmente vivace in queste frenetiche settimane è l’NCD di Alfano e l’UDC di Casini, alle prese con le conseguenze del voto.
Il voto non è stato particolarmente rassicurante per la premiata ditta Casini-Alfano. L’ex delfino di Berlusconi era quotato intorno al 7% nel momento della fuoriuscita dal PDL e della creazione del Nuovo CentroDestra, e con l’alleanza con l’UDC di Casini, che era quotato intorno al 2%, si doveva arrivare alle europee con un risultato intorno al 9%. Le europee hanno però dimezzato quella percentuale, anche a causa del PD mangia tutto di Renzi.
Sin dai primi istanti dopo il risultato, non ci sono stati particolari ammissioni di colpe, per un risultato che pur non può essere definito soddisfacente. Il risultato, però, ha spinto i componenti dei due partiti a ragionare sulla possibilità di stringere i due soggetti, addirittura in una fusione dei partiti. Nelle ultime settimane, infatti, si sono fatte sempre più insistenti le voci che riguardavano l’imminente fusione dei gruppi parlamentari dei due partiti. Si è parlato addirittura di nomi, come Schifani capogruppo al Senato e D’Alia alla Camera. Si è parlato di una trattativa per la creazione di un nuovo soggetto politico alternativo ed autonomo al PD di Renzi.
E di questo parla Gaetano Quagliariello dalle colonne virtuali dell’Huffington Post. Il Senatore del Nuovo CentroDestra elabora il proprio pensiero, spiegando come con le europee sia terminata una fase della vita del partito. Il senatore non denuncia delusione per il risultato europeo, specie se si pensa ai tempi ristretti in cui il tutto è stato fatto, solo 5 mesi. Al centro del discorso di Quagliariello c’è la collocazione politica. Infatti, secondo il senatore, bisogna ora discutere di cosa si vuole fare in futuro, se bisogna essere una stampella a destra del PD oppure cambiare marcia. “Il nostro quattro e mezzo per cento potrà essere un punto di partenza – spiega il senatore – se e solo se riuscirà ad aggregare”. Secondo il coordinatore di NCD, infatti, l’alleanza tra NCD e UDC dovrebbe essere il primo passo verso la ricostruzione di un polo moderato e popolare alternativo e autonomo al PD di Renzi. Il premier, come spiega Quagliariello, ha sfondato gli steccati ideologici che hanno portato al 41%, così come Alfano ha sfondato quell’atteggiamento solidaristico nel caso Mare Nostrum, atteggiamento storicamente esclusivamente di “appannaggio della sinistra”. Quagliariello, dunque, auspica una veloce svolta nelle prossime mosse del partito, affinchè si sviluppi un polo autonomo e moderato per contrastare Renzi. Quagliariello esprime la propria opinione anche sui gruppi unici: secondo il coordinatore di NCD “i gruppi unici o si fanno subito o è meglio riparlarne in seguito”. Dalle parole del senatore, comunque, si capisce che l’idea dei gruppi unici e di una comune strategia tra NCD e UDC è vista di buon occhio, per aumentare l’autonomia governativa e parlamentare dei due soggetti, attualmente schiacciati dall’enorme potenza politica del PD di Matteo Renzi.
Francesco Di Matteo