“Che ci faceva ieri Renzi al Quirinale? Che ci fa ancora oggi a pranzo? Riceve una benedizione. Napolitano lo ha confermato nel suo compito salvifico di riformatore. Ma questo che cosa c’entra con il ruolo di garanzia? Non è scritto da nessuna parte che il Presidente della Repubblica, espressione dell’unità della nazione, poi debba sposarne una parte sola, e per di più con esibizione pubblica di amore unico e strombazzato”. Lo scrive Il Mattinale, la nota del gruppo Fi, che si chiede se tra Quirinale, premier e Grillo ci sia un “patto di opacità”.
“Il tutto – scrive Il Mattinale – è stato motivato dall’inchino improvviso di Grillo che adesso riconosce la piena legittimità di un Presidente del Consiglio nominato e non votato. In pratica Grillo sancisce il principio della trasmutabilità dei voti, per cui quello europeo diventa voto per Palazzo Chigi, come nei trattati medievali di alchimia ci si esercitava in formule con cui si presumeva di cambiare l’essenza delle cose. Noi insistiamo. La legittimità ha bisogno della verità. È decisivo in democrazia conoscere per deliberare. E oggi questo è impossibile. Resta oscura la sequenza di fatti che a partire dal 2011 impediscono all’Italia di essere governata da un Presidente del Consiglio scelto con il voto. Per questo è più che mai necessaria l’istituzione per legge di una Commissione d’inchiesta parlamentare sugli strani eventi dell’estate autunno del 2011. O c’è un patto di opacità tra la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Consiglio cui ora si è aggiunto Beppe Grillo come ultimo caudatario?”.