La breve tregua concessa dal Movimento 5 Stelle al governo Renzi è già finita. Infatti, se sul fronte riforme sono in corso le trattative per un avvicinamento, su ciò che riguarda l’attività parlamentare, invece, i pentastellati non risparmiano accuse e attacchi all’esecutivo. Questa volta, il bersaglio si chiama Beatrice Lorenzin, responsabile del dicastero della Salute ed esponente di spicco del Nuovo centrodestra. Il ministro è accusato di “inadempienze” sul caso Avastin-Lucentis, che ha coinvolto le famose case farmaceutiche Roche e Novartis.
Secondo l’Antitrust, i due colossi di Big Pharma hanno siglato segretamente “un’intesa restrittiva della concorrenza, contraria al diritto antitrust comunitario, accordandosi illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico – Avastin – nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso – Lucentis – differenziando artificiosamente i due prodotti”. Per questa ragione, nel marzo scorso, l’autorità garante ha condannato le due multinazionali a una multa record di 180 milioni di euro.
I primi due firmatari della mozione di sfiducia pentastellata, Paola Taverna e Michela Montevecchi, hanno chiesto il passo indietro del ministro: “Sarà un piacere dimostrare nei dettagli, tramite la nostra mozione di sfiducia l’incompetenza del ministro Lorenzin. Incompetenza dimostrata nel non sapere gestire sia il caso Avastin-Lucentis che quello Stamina”, hanno fatto sapere le due senatrici a 5 Stelle.
Dal canto suo, Lorenzin ha preferito commentare in questo modo l’iniziativa del M5S: “Ho compiuto un atto abbastanza straordinario nella storia del farmaco, che per me però era un atto semplicemente dovuto – ha precisato l’ex forzista –, e cioè quello di interrompere la prescrizione qualora ci fosse una condanna di Roche e Novartis per il cartello, permettendo allo Stato italiano di potersi rivalere e quindi di avere un risarcimento del Fondo sanitario nazionale. Più di questo sinceramente non so cosa potevo fare”.