Sondaggi elettorali, la lista D’Alema al 14%, brutte notizie per Raggi
Sondaggi elettorali, la lista D’Alema al 14%, brutte notizie per Raggi
Ospite alla trasmissione Carta Bianca, l’ex premier Massimo D’Alema ha affermato che se non verrà convocato quanto prima un congresso di partito “sarà Renzi che farà la scissione, che imporrà una frattura. E’ normale”.
“Noi – ha aggiunto – vogliamo un congresso perché il Pd è un grande partito che viene da ripetute sconfitte politiche”. “Penso che una parte” dei Democrat “uscirebbe, forse non una maggioranza”. “Ci sono per esempio tra i tre e i cinque milioni di elettori della sinistra che non votano più per il Pd, quelli si sono già scissi. Già l’obiettivo di recuperarli avrebbe un non irrilevante valore”.
Sondaggi elettorali, ecco quanto vale il Pd senza D’Alema
Ma quanto varrebbe una ipotetica lista D’Alema? Secondo l’ex premier una lista collegata al suo nome supererebbe “sicuramente il 10% dei voti”. Ipotesi azzardata? Stando a quanto rivelano gli ultimi sondaggi di Ipr e Tecnè per Porta a Porta, no. Se D’Alema dovesse annunciare il divorzio dal Pd, una lista a lui collegata raccoglierebbe l’11% per Ipr, il 14% per Tecnè.
Quanto basta per neutralizzare le aspirazioni di rivalsa di Matteo Renzi che ha annunciato di voler superare il 40% già raggiunto alle Europee. Secondo Ipr, senza D’Alema e la minoranza dem, il Partito Democratico raccoglierebbe appena il 22% dei voti con 141 seggi conquistati. La lista D’Alema invece prenderebbe l’11% con 71 seggi
Troppo lontano il Movimento 5 Stelle che sarebbe la prima forza politica con il 29,5% delle preferenze e i 190 seggi in dote. Più sotto la Lega al 13% con 77 seggi, Fi al 12% con 32 seggi, Ncd 3% con 19 seggi.
Per Tecnè invece i valori registrati sono più bassi: M5S al 28% e 179 seggi, Pd senza minoranza dem al 20% e 128 seggi. Sinistra con minoranza dem 14% e 90 seggi. Lega e Fi 13% con 83 seggi ciascuno, Fdi 5% e 32 seggi, Area popolare 3% e 19 seggi.
Sondaggi elettorali, e se si andasse a votare oggi?
E se invece si andasse a votare oggi? Per Ipr, Pd e Movimento 5 Stelle si equivarrebbero a Montecitorio con il 30% (191 seggi ciascuno). Lega con il 13% (83 seggi) davanti a Forza Italia al 12% (76 seggi) Fratelli d’Italia al 5% (32 seggi). Chiudono Sinistra Italiana al 3,5% (22 seggi), Nuovo centrodestra al 3% (19 seggi), Udc all’1 % (nessun seggio).
Per Tecnè invece il Movimento 5 Stelle sarebbe la prima forza con il 30,5% (194 seggi). Dietro il Pd con il 29% (184 seggi), la Lega e FI con il 13% (83 seggi ciascuno), FDI al 5% (32 seggi), Sinistra Italiana al 3% (19 seggi), Area Popolare 3% (19 seggi), altri 3.5% (4 seggi), Circ. Estero (12 seggi).
Nessun coalizione politica avrebbe la forza per governare. I due istituti hanno infatti ipotizzato diverse alleanze, ma nessuna supera la maggioranza qualificata posta a 316 alla Camera.
Ma quanti andrebbero a votare subito? Per il 53% degli italiani (54% per Tecné) sarebbe meglio andare alle elezioni subito con le leggi elettorali modificate dalla Consulta.
Sondaggi elettorali, brutte notizie per Raggi
Infine, brutte notizie per Virginia Raggi. Stando a quanto riportano i due istituti, la sindaca di Roma, se si votasse oggi, non riuscirebbe a vincere il ballottaggio. Il suo consenso è infatti in caduta libera. Solo il 43% per Ipr (il 41% per Tecné) voterebbe ancora la Raggi al ballottaggio, mentre il 57% per Ipr e il 54% per Tecné non la voterebbe. Una bocciatura in piena regola. A giugno, quando venne eletta, Raggi ottenne il 67% delle preferenze al ballottaggio.