Stato di diritto, battaglia tra Parlamento e Commissione

Pubblicato il 6 Aprile 2021 alle 09:46 Autore: Maria Teresa Lacatena

I membri del Parlamento europeo si sono dichiarati pronti ad intraprendere un’azione legale contro la Commissione per la difesa dello Stato di diritto.

Giovedì 25 marzo, gli eurodeputati hanno ricordato che il mancato rispetto dello Stato di diritto da parte degli Stati membri può compromettere l’integrità del bilancio UE. Hanno quindi chiesto l’applicazione immediata del meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto sul bilancio.

Il testo è stato adottato con 529 voti favorevoli, 148 contrari e 10 astensioni.

I deputati del Parlamento europeo hanno anche sottolineato che se la Commissione non adempierà ai suoi obblighi ai sensi del Regolamento di condizionalità e non attuerà tutte le misure necessarie per difendere gli interessi finanziari e i valori dell’UE, il Parlamento porterà la Commissione in tribunale.

L’applicazione del Regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto non può essere subordinata all’adozione degli orientamenti attualmente in preparazione da parte della Commissione. Secondo gli stessi eurodeputati infatti, qualora l’Esecutivo dell’UE ritenesse comunque necessarie tali linee guida, queste dovrebbero essere adottate entro il 1° giugno 2021.

In caso di ulteriori ritardi nell’applicazione del meccanismo? Il Parlamento è pronto ad utilizzare l’articolo 265 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per intraprendere un’azione legale contro la Commissione.

La norma del TFUE stabilisce infatti che “qualora, in violazione dei trattati, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione o la Banca centrale europea si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell’Unione possono adire la Corte di giustizia dell’Unione europea per far constatare tale violazione”.

Il quadro

Facciamo un passo indietro. La risoluzione è la conclusione del dibattito tenutosi nella precedente sessione plenaria, lo scorso 11 marzo. I deputati hanno interrogato il commissario Hahn sul perché la Commissione non avesse ancora utilizzato il meccanismo per proteggere il bilancio dell’UE dalle violazioni dei principi dello Stato di diritto. In occasione di questo confronto, gli europarlamentari hanno ricordato che il Regolamento è già in vigore dal 1° gennaio 2021.

Nel dibattito, quasi tutti i deputati hanno ribadito che il Regolamento è giuridicamente vincolante. Questo a prescindere dalla posizione adottata dal Consiglio europeo, che non ha effetto giuridico.

Il caso della Polonia e dell’Ungheria

Proprio in occasione del dibattito dell’11 marzo, i due Stati hanno lanciato una sfida legale contro la regola che collega i fondi UE al rispetto dello Stato di diritto.

Già lo scorso dicembre i due governi avevano minacciato di porre il veto al bilancio dell’UE e al fondo di recupero Covid-19 a causa della condizionalità della regola di diritto.

Al vertice dei leader dell’UE prima di Natale, Varsavia e Budapest hanno accettato il bilancio e il fondo di recupero assicurando garanzie su come le nuove regole saranno attuate. Anche se la legislazione stessa non è stata modificata.

Una di queste garanzie stabilisce che la Commissione europea elaborerà delle “linee guida” su come sarà usata la condizionalità, prima che l’esecutivo europeo proponga delle misure per sanzionare uno Stato membro.