La nuova legge elettorale potrebbe essere pronta già a marzo
Un po’ a sorpresa, arriva la calendarizzazione della discussione sulla legge elettorale, fissata per fine mese: il 27 febbraio. Dopo la sentenza della Consulta, che elimina il ballottaggio e favorisce gli accordi elettorali, i tre principali partiti per intenzioni di voto sembra siano riusciti a trovare un accordo di massima. Non tanto per il contenuto della nuova legge elettorale (il Movimento 5 Stelle dovrebbe proporre la semplice estensione del consultellum anche al Senato) quanto per la procedura. E così, la maggioranza PD di Renzi esulta, insieme ai pentastellati e i leghisti. L’obiettivo è di tornare quanto prima alle urne, in barba alle minacce di D’Alema (per il PD) di una possibile scissione in caso di elezioni anticipate.
Legge elettorale: si parte dal mattarellum?
Matteo Renzi affermó, in una delle sue prime uscite pubbliche dopo la gran sconfitta referendaria, di voler ripartire dal mattarellum. Scelta criticata da una parte della minoranza e che conferma una smentita sostanziale di una votazione di pochi anni fa, dove si scelse di rimanere con il porcellum (risultato poi incostituzionale) invece di rimpiazzarla con la legge elettorale anteriore (il mattarellum, per l’appunto). Votazione al quale i grillini, invece, risposero favorevolmente. Discorso diverso per la Lega Nord: il porcellum portava un timbro verde. Ma i tempi sono cambiati, alla guida del partito c’è il giovane che avanza e che vuole andare immediatamente al voto. Salvini assicurò, in tempi non sospetti, che l’importante sarebbe stato tornare al voto quanto prima, per permettere agli italiani di tornare a decidere. A questa larga maggioranza parlamentare si aggiunge Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Gli unici partiti fermamente contrari alla stesura di una nuova legge elettorale nell’immediato sembrano essere Forza Italia e il Nuovo Centro Destra (da un lato), e Sinistra Italiana (dall’altro).
Legge elettorale: prove di alleanza e di contrasti?
La discussione sulla nuova legge elettorale può dare il via alle negoziazioni tra Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Secondo l’istituto demoscopico EMG, la gran coalizione anti-euro arriverebbe quasi a 300 deputati in tutto (in caso di voto con consultellum). Dall’altro lato, Renzi prova ad approfittare della debolezza dei suoi avversari interni per tagliarli fuori con un colpo di mano, assicurandosi la leadership del partito e della maggioranza parlamentare. Da fine febbraio, insomma, cominciano le prove generali di accordi e disaccordi. C’è la concreta possibilità che già per marzo il Parlamento riesca a promulgare una legge elettorale armonizzata per entrambe le camere. In questo caso, Renzi spingerebbe per andare al voto già a giugno (ipotesi avallata anche da M5S, Lega Nord e FDI) indipendentemente dalle dichiarazioni di circostanza sull’importanza di arrivare al G7 con un esecutivo stabile.