Elezioni anticipate: la peggiore campagna elettorale della storia
Elezioni anticipate: la peggiore campagna elettorale della storia
Com’era prevedibile le avvisaglie del ritorno di Matteo Renzi (il nuovo blog, le interviste, etc) e la sentenza della Corte sull’Italicum, rianimano finalmente la politica dopo settimane di apatia. Chiaramente è solo la prospettiva elettorale ad attivare di nuovo i partiti che stanno iniziando faticose manovre di posizionamento nell’incertezza generale. Infatti, nonostante la Corte abbia specificato che l’Italicum, emendato dei difetti di costituzionalità, sia immediatamente utilizzabile, il problema della legge elettorale (ancora non armonizzata tra Camera e Senato) resta di grande attualità.
Elezioni anticipate: la tentazione del premio di maggioranza
Da una parte le forze minori e le minoranze interne vedono di buon occhio il sistema proporzionale frutto del lavoro dei giudici sull’Italicum, perché consegnerebbe le chiavi del futuro governo proprio nelle mani di quelli che supereranno appena il 3% della soglia di sbarramento, considerato che la soglia del 40% per il premio di maggioranza resta al momento un miraggio per chiunque.
Dall’altra resta in campo l’idea di un ritorno al Mattarellum anche se la presenza del cosiddetto “scorporo” nel calcolo della quota proporzionale rischia, nel nostro sistema tripolare, di annullare gli effetti maggioritari della legge, lasciando il paese nell’eterno incubo dell’ingovernabilità o condannato alle larghe intese perenni.
Si tratta di una fase molto delicata della partita politica in corso perché tanto Grillo, quanto Matteo Renzi sono tentati dal premio di maggioranza al quale credono di poter arrivare con qualche artificio elettorale e di propaganda.
Entrambi però si trovano a gestire situazioni difficili con il segretario del PD impegnato a fronteggiare l’eterna fronda della minoranza, oggi concentrata sulla richiesta di un congresso anticipato e minacce di scissione (per la prima volta credibili e sostenute dai sondaggi) e il Movimento 5 Stelle alle prese con l’ennesimo problema romano (la Raggi indagata) e la noiosa lotta contro i media.
A destra la situazione non sembra essere più rosea con Salvini e Meloni ormai prigionieri di lepenismo e trumpismo e un Berlusconi rinvigorito dalla prospettiva di diventare il possibile ago della bilancia se rimanesse in vigore l’attuale sistema elettorale proporzionale.
In tutto questo Parlamento e Governo restano quasi immobili, sullo sfondo, mentre i partiti si preparano a giocare la loro partita senza ancora sapere su quale campo verrà disputata.
È chiaro però che la probabilità di elezioni anticipate continua a crescere nonostante la ferma opposizione del Presidente Mattarella che, in settimana, è stato “tirato per la giacchetta” da Beppe Grillo in una lettera densa di maleducazione istituzionale, con un vergognoso “aut-aut”, inaccettabile da parte del leader di un partito e la preoccupante pretesa di “parlare a nome del popolo”.
Elezioni anticipate: nessun risultato è scontato
Il 2017 si avvia ad essere un anno importante e decisivo per Italia ed Europa. Se anche l’Italia dovesse andare al voto, si aggiungerebbe a Francia e Germania e dopo le inattese batoste del 2016, nessuna di queste elezioni può considerarsi scontata o irrilevante.
Gli esiti di queste tornate elettorali determineranno, con buona probabilità, una buona fetta del futuro prossimo di questo sgangherato mondo occidentale. La speranza è che il senso di responsabilità prevalga tra i protagonisti nostrani per far si che possano finalmente accordarsi su una legge elettorale e dare a questo paese un governo con la forza di governare e al Parlamento la sua dignità di principale potere costituzionale.
Da questi primi movimenti, dalle mosse di apertura delle varie forze politiche, sembra che al contrario saremo condannati ad assistere all’ennesimo gioco d’azzardo, un’inutile “all in” generale. Peccato che sul piatto ci sia il futuro del Paese e forse un pezzo del destino dell’Europa. Considerato come si è svolta la campagna referendaria, prepariamoci alla peggiore campagna elettorale della storia d’Italia.