Proprio ieri sono state pubblicate le motivazioni della sentenza in base alla quale Beppe Grillo era stato condannato, quattro mesi fa, per aver violato i sigilli dei cantieri Tav. Oggi, però, da Genova arrivano buone notizie sul fronte giudiziario per il leader M5S. Il comico era stato indagato per “istigazione di militari a disobbedire alle leggi”. Pochi giorni prima, infatti, alcuni poliziotti in varie città si erano tolti il casco dinanzi a gruppi di manifestanti legati al “movimento dei Forconi” – gesto teso a smorzare le tensioni, interpretato invece come un segno di solidarietà nei confronti delle proteste – e Grillo, approfittando di tale circostanza, scrisse una lettera ai massimi dirigenti delle forze armate chiedendo loro “di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo”. La conseguente segnalazione del parlamentare democratico Fausto Raciti aveva portato all’apertura di un fascicolo presso la Procura di Genova.
Oggi, però, la notizia della richiesta di archiviazione, arrivata dai pm Federico Manotti e Nicola Piacente, secondo i quali “l’iniziativa adottata dall’indagato non presenta un contenuto offensivo per il bene tutelato, potendosi ravvisare nella lettera la mera coscienza e volontà dell’azione, ma non anche l’idoneità della stessa a determinare un pericolo concreto della disobbedienza alle leggi”. Questa decisione si accompagna ad un rapporto inviato dalla stessa Digos qualche settimana fa, che “rassicurava” sul fatto che nessuna sigla sindacale aveva preso in considerazione le parole del leader Cinque Stelle.
Si tratta, ovviamente, di accuse riconducibili al tanto discusso reato di opinione, per il quale anche lo stesso Erri De Luca è stato recentemente posto sotto indagine, e la cui abolizione fa parte anche del pacchetto di referendum che la Lega Nord sta promuovendo in tutta Italia.
Un’eventuale archiviazione di Grillo da parte del preposto Giudice per le indagini potrebbe rappresentare il venir meno di un possibile ostacolo al cammino verso una strategia più dialogante e pacata, che sembra esser stata ormai intrapresa dai grillini in seguito all’affermazione del Pd alle europee. Bisogna tener conto, infatti, del mutato contesto politico rispetto ai fatti di cui abbiamo riferito. Nel dicembre scorso, il clima era decisamente più teso: in Germania Angela Merkel vinceva le elezioni per la terza volta, Renzi – appena eletto segretario del Pd – preparava la spallata ad un governo Letta già agonizzante, i grillini tenevano alti i toni del dibattito pubblico, confidando in una imminente esplosione del sistema, che avrebbe portato ad elezioni anticipate.
Quanto avvenuto nei mesi successivi ha deluso le aspettative dell’intera comunità pentastellata, a partire da Grillo stesso, che ora punta a fornire un’immagine rinnovata del suo movimento politico, più disponibile alle riforme e meno radicale nei toni e nei fatti. E affinché tale rinnovamento si riveli mediaticamente efficace, un’accusa pendente in meno (seppure legata a reati di opinione) può fare tanto.