L’uscita dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla data delle elezioni politiche ha fatto arrabbiare un po’ tutti. Dalla destra “lepenista” di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, al Movimento 5 Stelle che fa la voce grossa tramite il barricadiero Alessandro Di Battista fino al PD renziano che, stavolta, si smarca dalle frasi del Presidente emerito. Gli attacchi concentrici nei confronti di Napolitano hanno portato le più alte cariche dello Stato – Mattarella compreso – ad esprimere “solidarietà” nei confronti proprio dell’ex inquilino del Colle. Un’altra risposta al vetriolo arriva dal direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che conclude così l’editoriale di stamani emblematicamente titolato “nuntereggaepiù” (celeberrima canzone e album di Rino Gaetano): “Se proprio non sa come impegnare il tempo libero, dia retta all’ultimo monito di Osho: “Ma perché ‘n te trovi ‘n bel cantiere stradale come tutti l’anziani normali?”.
In un Paese civile non ci sarebbe il quarto governo, di fatto, non passato per le elezioni. #Napolitano
— Alessandro Di Battista (@ale_dibattista) February 1, 2017
L’ex inquilino del Colle, unico nella storia repubblicana ad aver accettato una riconferma del proprio mandato (2006-2015), ieri ha “monitato” di nuovo contro coloro che vorrebbero le elezioni anticipate il prima possibile con qualunque legge elettorale, anche quella uscita il 24 gennaio dalla Corte Costituzionale che ha bocciato alcune parti (ballottaggio e pluricandidature) dell’Italicum. “Nei paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno – ha detto ieri Napolitano confermando una linea politica tenuta dai tempi del governo Monti –. In Italia c’è stato un abuso del ricorso alle elezioni anticipate. Bisognerebbe andare a votare o alla scadenza naturale della legislatura o quando mancano le condizioni per continuare ad andare avanti. Per togliere le fiducia ad un governo deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno…”.
L’ultima può essere certamente interpretata come una frecciata nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che sta facendo di tutto per andare alle urne a giugno. Napolitano, dopo aver sostenuto a lungo il progetto riformatore renziano, nelle ultime uscite pubbliche è stato molto critico nei confronti del segretario del PD reo di aver “personalizzato” troppo lo scontro referendario del 4 dicembre.
L’editoriale di Marco Travaglio contro Napolitano
Stamani così Marco Travaglio, da sempre molto critico nei confronti dell’ex Presidente della Repubblica tanto da dedicargli un libro (“Viva il Re”), ha vergato un editoriale pungente contro Napolitano rinfacciandogli molte delle sue mosse politiche: dalla riconferma al Colle al conflitto di attribuzioni contro la Procura di Palermo nell’ambito del processo sulla Trattativa Stato-Mafia, dai cosiddetti “governi del Presidente” (Monti, Letta, Renzi) alla firma di una legge elettorale poi “cassata” dalla Consulta. Conclude il direttore del Fatto: “Quindi, ex Sire (il modo in cui Marco Travaglio apostrofa Napolitano, considerato come un monarca assoluto in una Repubblica presidenziale, ndr) si dia pace: se l’Italia fosse un paese civile lei non avrebbe potuto dire né fare quasi nulla di ciò che ha fatto e ha detto”.