Raggi Lombardi, è guerra di insulti
Continua a complicarsi sempre di più la vicenda sulle nomine al comune di Roma. Il sindaco Virginia Raggi è in attesa di essere ascoltata dai pm sulla nomina a capo del dipartimento del Turismo di Renato, fratello di Raffaele Marra, ex braccio destro del sindaco ora in carcere con l’accusa di corruzione.
In attesa dell’interrogatorio, che dovrebbe tenersi oggi, si delineano nuovi elementi in mano all’accusa. Secondo quanto riportato da La Repubblica, sarebbero decine le conversazioni registrate tra i fratelli Marra tra ottobre e novembre scorso. Raffaele, dopo aver incitato Renato a fare domanda “perché si è liberato il posto di capo del Turismo”, avrebbe spiegato al fratello la necessità di avere “l’appoggio di Adriano”, ovvero l’assessore al Commercio Meloni. Qualche giorno fa Adriano Meloni ha infatti confermato ai magistrati che fu Raffaele a suggerire quella scelta. Raggi è infatti accusata di falso per aver sostenuto che aveva fatto tutto da sola, mentre il tenore delle conversazioni, sembra dimostrare una manovra organizzata dagli stessi Marra, ottenendo diversi appoggi politici. I due parlarono infatti anche con Marcello De Vito, attualmente presidente del consiglio comunale, e coinvolsero Salvatore Romeo, ex capo della segreteria del Campidoglio.
Ed è proprio Marcello De Vito, uno degli aspiranti alla poltrona di Sindaco per il M5s, al centro della presunta creazione della “macchina del fango”. Secondo quanto riportato sul Fatto Quotidiano, dietro l’atto di accusa per far fuori nel 2015 Marcello De Vito, ci sarebbe anche Raffaele Marra. Questo è ciò che avrebbe raccontato ai pm la pena stellata Roberta Lombardi. La Lombardi non ha prove, ma riporta solo quello che le hanno detto. L’accusa mossa a De Vito riguardava un presunto abuso d’ufficio in relazione a una richiesta di accesso agli atti. Il 19 marzo 2015 infatti De Vito si sarebbe avvalso del potere concesso ai consiglieri comunali di ottenere dagli uffici del Comune tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, per procurarsi la pratica di sanatoria edilizia su un seminterrato in via Cardinal Pacca, al quartiere Aurelio. Accuse poi cadute. Contro di lui – è l’ipotesi su cui indaga la procura – si sarebbe messa in moto una “macchina del fango” per affossarne la corsa al candidato sindaco.
Raggi Lombardi, la chat incriminata
Ed proprio la chat dei portavoce romani della scorsa consiliatura a far discutere. La pubblicazione degli screenshot sul sito Affari Italiani riporta proprio un messaggio di Virginia Raggi, risalente all’inizio del 2016: “De Vito non rispetta le regole basilari per candidarsi a sindaco. Continua a forzare la mano per fare come vuole lui. Sono stanca, in due anni non è cambiato nulla”. A sostenere la tesi interviene Marco Terranova: “Non ho paura ad andare da De Vito, me lo magno pure in Campidoglio da sindaco se serve, non dobbiamo dargliela vinta a lui ma soprattutto alla Lombardi”. Ed è proprio la stessa Raggi ad accusare pesantemente Roberta lombardi, così scrive nella chat: “io a volte mi chiedo se lei faccia pace con il cervello prima di parlare”.
Raggi Lombardi, arriva la smentita
Ricostruzioni smentite da Alfonso Bonafede, uno dei due deputati chiamati a collaborare con il sindaco dopo le ultime vicende: “De Vito e Raggi sono in buoni rapporti. Ma proprio buoni eh” – mentre sul presunto dossieraggio: “se esistesse, ed è tutto da provare, non avrebbe influito minimamente sulle primarie”.
Intanto i pm hanno deciso di interrogare, come persone informate, alcuni ‘big’ del movimento. Si è deciso di ascoltare infatti anche Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Paola Taverna.