Sondaggi elettorali, per Bidimedia crolla il PD e sale il M5S
Sondaggi elettorali, per Bidimedia crolla il PD e sale il M5S
Nel primo sondaggio realizzato da Bidimedia dopo il referendum del 4 dicembre, il Partito Democratico rimane la prima forza politica nazionale nelle intenzioni di voto pur con una caduta evidente superiore al punto percentuale. Oggi il partito guidato dall’ex premier Matteo Renzi è stimato al 32,1% (-1,1% rispetto al 2 dicembre) seguito dal Movimento 5 Stelle che, nonostante le evidenti difficoltà romane della giunta Raggi, non perde consensi. Anzi, li recupera. Il movimento di Beppe Grillo secondo Bidimedia è stimato al 27,9% (+1,1%) riducendo la forbice con il PD a meno di cinque punti percentuali (4,2%).
A destra invece calano sia la Lega Nord di Matteo Salvini (-0,5%) che Forza Italia (-0,8%) mentre cresce di ben un punto percentuale Fratelli d’Italia stimato al 4,1%. Sommando tutte le singole liste del centrodestra – escludendo Area Popolare di Angelino Alfano –, un’alleanza Salvini-Berlusconi-Meloni potrebbe davvero mettere in difficoltà il Movimento 5 Stelle al secondo posto. Eppure, ancora oggi, un accordo che metta insieme le principali anime del centrodestra sembra davvero lontano. Sia per le divergenze sulla selezione della leadership – Salvini vorrebbe le primarie, Berlusconi no –, sia sul programma condiviso – Salvini e Meloni spingono per uscire dall’euro ora e subito, Forza Italia è da sempre europeista.
Sondaggi elettorali, crescono i “cespugli”
Infine, discorso a parte meritano i partiti minori che ancora oggi si collocano al di fuori di ogni schieramento politico precostituito. In particolare, Sinistra Italiana e Nuovo Centro Destra-Area Popolare. Entrambi crescono, secondo il sondaggio Bidimedia, posizionandosi sopra la soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale uscita dalla Consulta del 3%. Sinistra Italiana è stimata al 4% (+0,3% rispetto a dicembre) mentre NCD al 3,7% (+0,5%). Una soglia di sbarramento così bassa unita ad una ripartizione proporzionale dei seggi alla Camera – a meno che qualcuno non arrivi al 40% – potrebbe riprodurre lo schema della prima Repubblica in cui i cosiddetti “cespugli” disponevano di un enorme potere di veto sui governi centristi. E con numeri molto risicati sia alla Camera che al Senato, quest’ultima ipotesi potrebbe diventare realtà.
NOTA METODOLOGICA
Data realizzazione: 24-27/01/2017
Pubblicazione: o1/02/2017
Popolazione di riferimento: popolazione italiana maggiorenne residente nel territorio Italiano
Metodo di campionamento: popolazione italiana maggiorenne residente nel territorio Italiano
Campiona intervistati: 631
Metodo raccolta informazione: CAWI
Margine d’errore: +/- 3,9%