Proteste Romania: 10 cose da sapere
Il paragone con il 1989 è immediato. Era da quei tempi che le piazze rumene non rivivevano quella rabbia e quella vitalità che decretarono la caduta del regime comunista di Nicolae Ceaucescu.
E dopo 28 anni più di 300 mila persone tornano a protestare nelle piazze, per cinque giorni consecutivi. Esprimono il loro dissenso verso un provvedimento che di fatto depenalizza alcuni reati della pubblica amministrazione. Alcune cose da sapere sulle proteste in #Romania.
Proteste Romania: 10 cose da sapere
1 – L’esecutivo del PSD (Social Democratici) del premier Sorin Grindeanu – insediatosi a dicembre, dopo una larga vittoria alle elezioni (45,5%) – ha emesso un testo che di fatto depenalizza alcuni reati di corruzione e rende l’abuso di potere punibile con il carcere solo se la perdita economica è inferiore a 44 mila euro.
2 – Il governo si è giustificato dicendo che il decreto d’urgenza riallinea il Paese alla Costituzione. Secondo i critici invece serve al segretario del partito al governo, Liviu Dragnea, a processo per abuso di potere. Il processo del leader, cominciato il giorno in cui è stato emanato il decreto, contempla una perdita per le casse dello stato di circa 24 mila euro. Inoltre, Dragnea è già stato interdetto dai pubblici uffici per una condanna di frode elettorale.
3 – L’esecutivo ha dichiarato che porterà a breve in Parlamento un testo che prevede la scarcerazione di 2500 persone con condanna inferiore a cinque anni per pene non violente. Un’amnistia per colletti bianchi e politici corrotti, secondo i critici.
4 – Da martedì le piazze delle principali città rumene sono invase da 300 mila persone che chiedono il ritiro immediato del provvedimento. Più di 60 mila manifestanti si sono radunati in Piazza della Vittoria a Bucarest, davanti alla sede del governo. Le altre città interessate sono Cluj-Napoca, Timisoara e Sibiu. Le proteste sono perlopiù pacifiche ma gli slogan usati sono molto duri: alcuni striscioni recitano “non rovinate la romania”, “ladri!”, “non legalizzate la rapina”.
5 – Si profila anche uno scontro al livello istituzionale: il presidente rumeno Klaus Iohannis, del partito di centrodestra Nazional-liberale, ha dichiarato il provvedimento “scandaloso” e ha sollecitato l’intervento della Corte costituzionale e della Corte suprema. Infatti in Romania il Presidente della Repubblica è eletto con il voto popolare.
6 – In polemica con l’esecutivo, il ministro per gli Affari e il Commercio, Florin Jianu, si è dimesso sostenendo non poter dire al figlio “di essere stato un codardo e aver votato una cosa in cui non credevo”
7 – Anche l’Unione Europea ha espresso “forte preoccupazione” per le modifiche al codice penale rumeno. Anche il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, non ha usato mezzi termini, sostenendo che “In Romania la lotta alla corruzione deve andare avanti e non essere sconfitta”. Sei Paesi dell’Unione hanno fortemente criticato il Paese balcanico: secondo questi il decreto “mina la reputazione internazionale della Romania e la sua permanenza in Nato e Ue”.
8 – Negli ultimi anni la Romania ha goduto di una vigorosa crescita economica, grazie agli aiuti dell’Ue e a investimenti da parte dei principali partner europei. Nel 2016 ha registrato un aumento del Pil di oltre il 4%, il risultato migliore nella Ue.
9 – Il Paese vive dalla caduta del comunismo due grandi problemi sociali, quali diseguaglianza e povertà. I socialisti devono la loro larga vittoria proprio a questo, avendo basato la loro campagna elettorale su tematiche quali welfare e lavoro.
10 – La Romania ha un’altro enorme problema: la corruzione. Secondo il Guardian, il 15% dei parlamentari eletti nel 2012 erano sotto indagine per corruzione o lo erano già stati in passato. Negli ultimi anni, sempre secondo il quotidiano inglese, centinaia di colletti bianchi sono stati incriminati per abuso di potere e corruzione